lunedì 21 giugno 2010

Il nucleare incostituzionale

Il 9 giugno 2010 la Corte Costituzionale ha sancito che il nucleare non è nelle urgenze dell'Italia.
Almeno non è così impellente da aggirare l'applicazione delle leggi dello Stato italiano, come invece ritenevano il Consiglio dei Ministri e l'ex ministro Scajola.

Con la sentenza 215 del 9 giugno 2010 la Suprema Corte ha stabilito che l'attuazione dell'iter d'urgenza nella pianificazione e sviluppo di linee e produzione energetica "deve risultare adottata a seguito di procedure che assicurino la partecipazione dei livelli di Governo coinvolti attraverso strumenti di leale collaborazione".
In sostanza significa che, pur non negando che le procedure d'urgenza debbano essere attuate, esse sono comunque da concertare con gli enti territoriali interessati.
Non si può aggirare il principio per il quale il legislatore deve cooperare con le Regioni nei casi in cui queste abbiano a legiferare in materia concorrente con lo Stato Centrale.


Inoltre la sentenza specifica che nel caso vengano adottati provvedimenti così urgenti, l'attuazione degli stessi non può essere effettuata con capitali privati, in quanto gli strumenti legislativi non hanno l'immediatezza richiesta dal mutamento e dall'aleatorietà a cui sono soggetti i fondi privati.
Si precisa quindi che gli interventi critici per i quali il Governo adotti procedure speciali devono essere finanziati con soldi pubblici.

Il Governo addusse inoltre, come motivazione al ricorso alla procedura d'urgenza, il fatto che la normativa in materia di «produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia» fosse in netto ritardo rispetto allo standard europeo. La Corte ha però ribadito che la lacuna legislativa è una situazione pregressa, la quale non può essere risolta da una procedura speciale, specie se si viola il "principio di leale collaborazione" tra Stato e Regioni che in questa materia hanno competenza normativa concorrente.

In sintesi la sentenza dice che non si possono costruire centrali nucleari senza prima aver consultato gli organi istituzionali locali; si dice inoltre, che per attuare delle procedure d'urgenza (che consentono di aggirare molti "nodi" burocratici)  si ha bisogno che vi sia effettivamente una situazione di impellenza e la costruzione di un reattore nucleare, la quale richiede 20 anni, non è tra queste. Infine si sottolinea come l'attuazione di queste procedure speciali debba essere effettuata tramite fondi statali e non privati, in quanto questi ultimi sono soggetti ai "capricci" del mercato e mal si conciliano con una gestione rapida e immediata di eventuali emergenze.

A modestissimo parere di Howl questa è una sentenza a favore del vero federalismo, nel senso che si dà il potere ai "padroni di casa" di decidere cosa mettere nel proprio giardino. E' un modo per ristabilire un minimo di democrazia e di equità nei rapporti stato/cittadino. Così come il cittadino non è padrone di andare a scegliere le tende a Montecitorio, così il Governo non dovrebbe imporre scelte che la stragrande maggioranza degli italiani bocciò con referendum popolare nel 1987.

Link: sentenza 215 Corte costituzionale.
http://www.cortecostituzionale.it/giurisprudenza/pronunce/scheda_ultimo_deposito.asp?comando=let&sez=ultimodep&nodec=215&annodec=2010&trmd=&trmm=


P.S. Teoricamente i cittadini dovrebbero poter scegliere le tende di Montecitorio, però sarebbe difficile mettere d'accordo i gusti di 60 milioni di persone tramite referendum...

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