Dopo un po' Howl ha ripreso a passeggiare col Cartello appresso. Non fa in tempo ad uscire di casa che non sa dove piazzarlo, ha l'imbarazzo della scelta. Si dirige temporaneamente sul marciapiede del buon senso a vedere cosa gli viene in mente. La solitudine, gli viene in mente la solitudine, perché quella c'è. E' una piazzolla abbandonata. Howl si guarda meglio intorno e vede un altro tema da quelle parti, la legalità. Il fatto che abbia dimenticato gli occhiali non dovrebbe negargli una corretta visione generale eppure questa legalità gli sembra piuttosto impercettibile, rarefatta. Allora le si avvicina. Nota un foglio a terra, posa il Cartello per raccoglierlo, lo afferra, lo avvicina agli occhi e legge un epitaffio:
LA LEGGE NON E' UGUALE PER TUTTI
Vorrebbe non curarsene, ma il Cartello si è già conficcato nel cemento.
Perdonate il mondo onirico di Howl, non imbronciatevi per il suo nosense, qui le cose sono molto chiare, date il tempo di spiegare. Il fatto è successo ieri. Ricordate il Lodo Alfano? La Legge che proponeva la sospensione dei processi per le più alte cariche dello Stato? Si, proprio quella... Onde permettere ai regnanti, pardon, governanti, di regnare in pace, tutti i processi a carico di questi devono essere sospesi. Perché se uno deve amministrare un Paese, non può perdere tempo davanti ai magistrati a spiegare le malefatte. Che poi, quali malefatte? Non esistono bricconaggini! E' la magistratura ubriacata di comunismo a inventare scuse, onde bloccare la maestranza governativa. Questo è il pensiero del nostro Presidente del Consiglio.
Continuiamo col la nenia. Ricordate cosa successe allora? La Consulta bloccò la Legge perché incostituzionale. E forse aveva ragione! Perché sospendere dei processi a carico di alcuni? La Legge non è forse uguale per tutti? Quello risponde si ma quegli alcuni devono governarci, non possono perder tempo. Si, risponde umilmente Howl, ma se uno ha processi a carico, non può affrontarli in santa pace prima di candidarsi? Ma queste digressioni sono inutili. Sapete già tutto.
Insomma, un anno dopo, il nostro Presidente ci riprova. Cosa è successo. Prestate attenzione. La commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato un emendamento di quella Legge. Tale emendamento, lo saprete già, contiene l'immunità retroattiva. Che cosa significa. Che "i processi nei confronti del Presidente della Repubblica o del Presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l'assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare". Howl vi propone un minuto di silenzio, poi continuate pure a leggere.
L’articolo 3 della Costituzione italiana dice: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Significa che tutti, non importa quanti soldi possiedano o di quanto potere dispongano, devono rispondere alla Legge dei loro misfatti.
L’articolo 11 delle disposizioni sulla legge in generale, o preleggi, recita: “La legge non dispone che per l’avvenire: essa NON ha effetto retroattivo”. Le preleggi, va ricordato, sono la premessa alla quale devono sottostare le norme dell’Ordinamento Italiano (oltre che alla Costituzione).
L'emendamento, o scandalo giuridico - in merito a tale definizione Howl è sicuro del vostro consenso - viola entrambe le disposizioni sovrane sopra citate: è incostituzionale perché pone al di sopra della legge due cittadini in particolare (Presidente del Consiglio e della Repubblica) e non è formalmente valido poiché interviene su procedimenti giudiziari già in corso.
Signori, qui è in ballo la Costituzione. Ad Howl sembra che si parli di temi fondamentali quali l'uguaglianza, l'essere retti. L'emendamento sovvertirebbe un mondo. Eppure tutto ciò non sembra affatto preoccupare l’attuale governo italiano. Lo scopo dell’Esecutivo è quello di garantire l’impunità al Presidente del Consiglio. Non ci sono scusanti, non ci sono altre chiavi di lettura. Niente elementi che facciano pensare ad un beneficio per il cittadino. Lo scopo del gioco sembra essere solo quello di tenere il Presidente fuori dal carcere.
I difensori del Lodo Alfano fino a qualche mese fa sostenevano che fosse una norma di respiro europeo, poiché in nessun paese d’Europa il Capo del Governo deve sottostare alla costante "persecuzione" delle autorità giudiziarie. Poi, purtroppo per loro, qualcuno è andato a controllare i Codici degli altri paesi e di norme così scandalosamente indegne come il Lodo Alfano non si è trovata traccia. A limite si ha una tutela per i parlamentari, che, nello svolgere le loro funzioni, non devono rispondere delle implicazioni derivanti dall’esercizio del loro incarico. Tolta anche questa scusa, nulla più giustifica lo scudo salva premier.
L'essere retti non è una prerogativa degli uomini di potere. Howl cita l'ovvio. In Italia ormai nessuno si dimette più: il Presidente del Consiglio è indagato per truffe varie, corruzione e così via, ma rimane saldamente sulla sua poltrona. Il senatore Marcello Dell’Utri è stato condannato per associazione mafiosa, ma è ancora seduto sul suo seggio. Molti parlamentari e ministri sono indagati (o condannati) per reati di vario genere ma a nessuno di loro passa per la testa l'idea di tornare a casa. Intanto i problemi dell’Italia permangono. Una crisi economica spaventosa, un ricorso alla cassa integrazione come non si vedeva da anni, carenze strutturali e infrastrutturali croniche che non vengono neanche prese in esame, un sistema d’istruzione sempre più messo a dura prova dai tagli e dai ridimensionamenti. Eccetera, eccetera. Eppure la priorità del nostro Parlamento è di assicurare l’impunità a un sola, singola persona. Il bene dei cittadini è assolutamente irrilevante: ciò che conta è salvare il capo, e così il sistema clientelare.
Raramente Howl sputa sentenze. Chi lo segue sa che preferisce mettere insieme fatti e situazioni, che vuole lasciare al lettore la facoltà di giudizio. Questa volta la bricconaggine è diventata maestosa come un'opera di Wagner e il Cartellaio non ha resistito, spera lo perdonerete. Spera ancor più di sentire la vostra, favorevole o contraria che sia. L’iter parlamentare per una riforma così complessa è ancora lunghissimo, è importante però far sentire la propria in merito.
Perdonate il mondo onirico di Howl, non imbronciatevi per il suo nosense, qui le cose sono molto chiare, date il tempo di spiegare. Il fatto è successo ieri. Ricordate il Lodo Alfano? La Legge che proponeva la sospensione dei processi per le più alte cariche dello Stato? Si, proprio quella... Onde permettere ai regnanti, pardon, governanti, di regnare in pace, tutti i processi a carico di questi devono essere sospesi. Perché se uno deve amministrare un Paese, non può perdere tempo davanti ai magistrati a spiegare le malefatte. Che poi, quali malefatte? Non esistono bricconaggini! E' la magistratura ubriacata di comunismo a inventare scuse, onde bloccare la maestranza governativa. Questo è il pensiero del nostro Presidente del Consiglio.
Continuiamo col la nenia. Ricordate cosa successe allora? La Consulta bloccò la Legge perché incostituzionale. E forse aveva ragione! Perché sospendere dei processi a carico di alcuni? La Legge non è forse uguale per tutti? Quello risponde si ma quegli alcuni devono governarci, non possono perder tempo. Si, risponde umilmente Howl, ma se uno ha processi a carico, non può affrontarli in santa pace prima di candidarsi? Ma queste digressioni sono inutili. Sapete già tutto.
Insomma, un anno dopo, il nostro Presidente ci riprova. Cosa è successo. Prestate attenzione. La commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato un emendamento di quella Legge. Tale emendamento, lo saprete già, contiene l'immunità retroattiva. Che cosa significa. Che "i processi nei confronti del Presidente della Repubblica o del Presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l'assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare". Howl vi propone un minuto di silenzio, poi continuate pure a leggere.
L’articolo 3 della Costituzione italiana dice: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Significa che tutti, non importa quanti soldi possiedano o di quanto potere dispongano, devono rispondere alla Legge dei loro misfatti.
L’articolo 11 delle disposizioni sulla legge in generale, o preleggi, recita: “La legge non dispone che per l’avvenire: essa NON ha effetto retroattivo”. Le preleggi, va ricordato, sono la premessa alla quale devono sottostare le norme dell’Ordinamento Italiano (oltre che alla Costituzione).
L'emendamento, o scandalo giuridico - in merito a tale definizione Howl è sicuro del vostro consenso - viola entrambe le disposizioni sovrane sopra citate: è incostituzionale perché pone al di sopra della legge due cittadini in particolare (Presidente del Consiglio e della Repubblica) e non è formalmente valido poiché interviene su procedimenti giudiziari già in corso.
Signori, qui è in ballo la Costituzione. Ad Howl sembra che si parli di temi fondamentali quali l'uguaglianza, l'essere retti. L'emendamento sovvertirebbe un mondo. Eppure tutto ciò non sembra affatto preoccupare l’attuale governo italiano. Lo scopo dell’Esecutivo è quello di garantire l’impunità al Presidente del Consiglio. Non ci sono scusanti, non ci sono altre chiavi di lettura. Niente elementi che facciano pensare ad un beneficio per il cittadino. Lo scopo del gioco sembra essere solo quello di tenere il Presidente fuori dal carcere.
I difensori del Lodo Alfano fino a qualche mese fa sostenevano che fosse una norma di respiro europeo, poiché in nessun paese d’Europa il Capo del Governo deve sottostare alla costante "persecuzione" delle autorità giudiziarie. Poi, purtroppo per loro, qualcuno è andato a controllare i Codici degli altri paesi e di norme così scandalosamente indegne come il Lodo Alfano non si è trovata traccia. A limite si ha una tutela per i parlamentari, che, nello svolgere le loro funzioni, non devono rispondere delle implicazioni derivanti dall’esercizio del loro incarico. Tolta anche questa scusa, nulla più giustifica lo scudo salva premier.
L'essere retti non è una prerogativa degli uomini di potere. Howl cita l'ovvio. In Italia ormai nessuno si dimette più: il Presidente del Consiglio è indagato per truffe varie, corruzione e così via, ma rimane saldamente sulla sua poltrona. Il senatore Marcello Dell’Utri è stato condannato per associazione mafiosa, ma è ancora seduto sul suo seggio. Molti parlamentari e ministri sono indagati (o condannati) per reati di vario genere ma a nessuno di loro passa per la testa l'idea di tornare a casa. Intanto i problemi dell’Italia permangono. Una crisi economica spaventosa, un ricorso alla cassa integrazione come non si vedeva da anni, carenze strutturali e infrastrutturali croniche che non vengono neanche prese in esame, un sistema d’istruzione sempre più messo a dura prova dai tagli e dai ridimensionamenti. Eccetera, eccetera. Eppure la priorità del nostro Parlamento è di assicurare l’impunità a un sola, singola persona. Il bene dei cittadini è assolutamente irrilevante: ciò che conta è salvare il capo, e così il sistema clientelare.
Raramente Howl sputa sentenze. Chi lo segue sa che preferisce mettere insieme fatti e situazioni, che vuole lasciare al lettore la facoltà di giudizio. Questa volta la bricconaggine è diventata maestosa come un'opera di Wagner e il Cartellaio non ha resistito, spera lo perdonerete. Spera ancor più di sentire la vostra, favorevole o contraria che sia. L’iter parlamentare per una riforma così complessa è ancora lunghissimo, è importante però far sentire la propria in merito.
Per saperne di più:
Potrebbe giungere il giorno in cui la presidenza del Consiglio (mi?) consenta l'immunità totale. Immaginate le fanfare, gli squilli sonanti che annunciano il Re e i suoi privilegi. Il Re è tornato e con esso il Medioevo. Scenari di sovranità illimitata. Howl non ce la fa più. LA LEGGE NON E' UGUALE PER TUTTI, è scritto sul foglietto. Non riesce più a pensarci, né a tenerlo in mano. Lo lascia cadere, lo vede svolazzare fino ai vostri monitor. Imbronciato abbandona la piazzolla del buon senso dove si era fermato, sperando di trovarci, la prossima volta, un popolo intero.
Fra le mille notizie che la stampa non ci racconta ve n'è una che potrebbe primeggiare fra tutte: anche se non sembra, l'Italia è in rivolta.
RispondiEliminaE Berlusconi e la sua ciurma non sanno più che pesci pigliare. Ovviamente le grida e la furia del popolo non passano per il piccolo schermo e raramente su quotidiani e radio.
Ma non facciamoci ingannare, perchè in Italia le persone che non ne possono più di questo sistema sono molte di più di quelle che vogliono farci credere. Quindi la perversione più grave dell'informazione mediatica in Italia sta proprio nel negare la sconvolgente evidenza che il paese è alla frutta e ancor più nel far finta di non sapere che tutti ne sono consapevoli!!
Il discorso forse è un po' più complesso e profondo. O almeno a me pare. Ad essere corrotto non è solo e soltanto una persona, per quanto importante sia il suo ruolo istituzionale, ma l'intero sistema politico. O forse dovrei dire partitico. A destra come a sinistra. Sulla moralità, senza fare moralismi, anche il PD si è concentrato sin dalla sua nascita (eppure il vicepresidente della Regione Puglia è pesantemente indagato per scandali in merito alla sanità). Ora occorrerebbe una rivoluzione mentale e culturale che non si può realizzare nell'arco di pochi anni. Sul lodo Alfano in ultima istanza credo che si pronuncerà la Corte Costituzionale che spero bocci la legge. Una legge che in nessun Paese dell'Occidente tutela così il Premier. Diverso il caso della Francia in cui una legge similare interessa il Presidente, che è assimilabile al nostro Presidente della Repubblica (anche se i poteri sono diversi). Ad esempio Chirac è stato indagato e punito dopo aver abbandonato l'Eliseo.
RispondiEliminaPer quanto riguarda i cittadini in rivolta, purtroppo, credo non sia totalmente vero. Ci sono frange sociali che scendono in piazza, ma non tutta quella, compresa me, che dovrebbe scendere in piazza. Inoltre, gran parte dei mezzi di comunicazione appartengono ad una sola persona che, momentaneamente, è impegnato a cercare una cucina a Montecarlo oppure a spostare l'attenzione sulla Marcegaglia
...questa volta il Cartellaio si è schierato dalla parte di chi è stufo di queste scempiaggini...come si fa a rimproverarlo per questo??
RispondiEliminaPropongo l'invasione della piazzolla del buon senso.
Ciao, rispondo all'anonimo. Purtroppo queste persone in rivolta non si vedono... O meglio, ci sono manifestazioni che attirano un sacco di gente, moltissimi non fanno altro che parlare male della politica in genere... Però io dico... Quante famiglie sonnecchiano davanti alla tv rassegnandosi? Molti dicono che tanto rubano tutti... Insomma come se questo fosse il migliore dei mondi possibili. La rivolta dovrebbe essere partecipata, devono prenderne parte tutti affinchè si muova qualcosa. Ci sono i grillini, si, ma non so se bastano... Crescono ma sono ancora pochi. Sono d'accordo con Alex sulla fine del Lodo Alfano, spero che lo faranno talmente anticostituzionale che la Corte lo bloccherà senza remore.
RispondiEliminaHo la nausea! Nausea della nostra classe politica non in quanto tale, ma in quanto espressione di un modo GENERALIZZATO di sentire la cosa pubblica: clienterale, corrotto, spregiativo della legalità, della democrazia e del rispetto per istituzioni e Costituzione. Il mio intervento lascia fuori deliberatamente ogni riferimento bonario nei confronti di cittadini e corpo elettorale, perchè ritengo che la politica muova dal basso e costituisca il mero riflesso di magagne e percezioni distorte collaudate in basso.
RispondiElimina