lunedì 2 maggio 2011

Sulla civiltà e sulla gioia.

Oggi, 2 maggio 2011, è stato ucciso Osama Bin Laden.

L'uomo più ricercato del mondo è stato liquidato in un blitz effettuato dai Navy Seals americani in Pakistan.

Perchè il Cartello se ne occupa? Perchè aggiungere una voce al coro sterminato degli opinionisti e degli esperti che si esprimono oggi e si esprimeranno nei prossimi giorni, settimane, mesi e anni?

Howl se ne occupa non per dire la sua sul fatto oggettivo: non gli interessa se sia davvero Osama, quello ritratto cadavere e mostrato dai TG; non gli interessa quali siano i risvolti socio-politico-economico-diplomatici derivanti dalla morte del terrorista per antonomasia; non gli importano nemmeno le circostanze nelle quali è stato ucciso, cioè se poteva essere catturato o se serviva di più da morto.

Howl scrive per fare una constatazione: ancora oggi la nostra evoluta società si trova a gioire per la morte di un uomo, sia pur esso la personificazione del male nell'inconscio collettivo occidentale. Ci si trova ad esser contenti di vedere la foto di un uomo ucciso. Si pensa solo a quanto sia stato malvagio e spietato. "Giustizia è fatta!", ha sentenziato il presidente americano Obama.

La guerra, qualsiasi guerra, è sempre guerra. La morte è sempre la morte, sia che colpiscano i 2974 americani che si trovavano nel World Trade Center, sia che colpiscano i Talebani Afghani, sia che colpisca un vecchio malato in un ospizio, sia che colpiscano i lebbrosi in India. Quanti civili sono morti in Afghanistan sotto il fuoco della coalizione occidentale per vendicare le vittime dell'11 Settembre? Più o meno di 2974? E loro perché non sono considerati vittime innocenti? Perché, anche se sottomessi ad un regime, erano considerati nemici? E ancora: perché la morte del capo terrorista ci colpisce maggiormente della morte di uno dei suoi kamikaze? Perché la foto della sua morte non ci disturba, anzi, forse ci dà un senso di liberazione?

Il Cartellaio si pone queste domande... Howl non è né contento né triste della notizia della morte di Osama Bin Laden. Era un terrorista? Si. Ha ucciso delle persone o ordinato che venissero uccise? Si. Meritava di essere punito? Si. Meritava la morte? Probabilmente si. Siamo "più al sicuro" dopo la sua morte? Probabilmente no. La sua morte valeva lo scatenarsi di due guerre e l'uccisione di decine di migliaia di persone? Certamente NO.

mercoledì 20 ottobre 2010

__ Re Silvio e la piovra retroattiva __

Dopo un po' Howl ha ripreso a passeggiare col Cartello appresso. Non fa in tempo ad uscire di casa che non sa dove piazzarlo, ha l'imbarazzo della scelta. Si dirige temporaneamente sul marciapiede del buon senso a vedere cosa gli viene in mente. La solitudine, gli viene in mente la solitudine, perché quella c'è. E' una piazzolla abbandonata. Howl si guarda meglio intorno e vede un altro tema da quelle parti, la legalità. Il fatto che abbia dimenticato gli occhiali non dovrebbe negargli una corretta visione generale eppure questa legalità gli sembra piuttosto impercettibile, rarefatta. Allora le si avvicina. Nota un foglio a terra, posa il Cartello per raccoglierlo, lo afferra, lo avvicina agli occhi e legge un epitaffio:

LA LEGGE NON E' UGUALE PER TUTTI 

Vorrebbe non curarsene, ma il Cartello si è già conficcato nel cemento.

Perdonate il mondo onirico di Howl, non imbronciatevi per il suo nosense, qui le cose sono molto chiare, date il tempo di spiegare. Il fatto è successo ieri. Ricordate il Lodo Alfano? La Legge che proponeva la sospensione dei processi per le più alte cariche dello Stato? Si, proprio quella... Onde permettere ai regnanti, pardon, governanti, di regnare in pace, tutti i processi a carico di questi devono essere sospesi. Perché se uno deve amministrare un Paese, non può perdere tempo davanti ai magistrati a spiegare le malefatte. Che poi, quali malefatte? Non esistono bricconaggini! E' la magistratura ubriacata di comunismo a inventare scuse, onde bloccare la maestranza governativa. Questo è il pensiero del nostro Presidente del Consiglio.

Continuiamo col la nenia. Ricordate cosa successe allora? La Consulta bloccò la Legge perché incostituzionale. E forse aveva ragione! Perché sospendere dei processi a carico di alcuni? La Legge non è forse uguale per tutti? Quello risponde si ma quegli alcuni devono governarci, non possono perder tempo. Si, risponde umilmente Howl, ma se uno ha processi a carico, non può affrontarli in santa pace prima di candidarsi? Ma queste digressioni sono inutili. Sapete già tutto.

Insomma, un anno dopo, il nostro Presidente ci riprova. Cosa è successo. Prestate attenzione. La commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato un emendamento di quella Legge. Tale emendamento, lo saprete già, contiene l'immunità retroattiva. Che cosa significa. Che "i processi nei confronti del Presidente della Repubblica o del Presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l'assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare". Howl vi propone un minuto di silenzio, poi continuate pure a leggere.

L’articolo 3 della Costituzione italiana dice: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Significa che tutti, non importa quanti soldi possiedano o di quanto potere dispongano, devono rispondere alla Legge dei loro misfatti.
L’articolo 11 delle disposizioni sulla legge in generale, o preleggi, recita: “La legge non dispone che per l’avvenire: essa NON ha effetto retroattivo”. Le preleggi, va ricordato,  sono la premessa alla quale devono sottostare le norme dell’Ordinamento Italiano (oltre che alla Costituzione).
L'emendamento, o scandalo giuridico - in merito a tale definizione Howl è sicuro del vostro consenso - viola entrambe le disposizioni sovrane sopra citate: è incostituzionale perché pone al di sopra della legge due cittadini in particolare (Presidente del Consiglio e della Repubblica) e non è formalmente valido poiché interviene su procedimenti giudiziari già in corso.

Signori, qui è in ballo la Costituzione. Ad Howl sembra che si parli di temi fondamentali quali l'uguaglianza, l'essere retti. L'emendamento sovvertirebbe un mondo. Eppure tutto ciò non sembra affatto preoccupare l’attuale governo italiano. Lo scopo dell’Esecutivo è quello di garantire l’impunità al Presidente del Consiglio. Non ci sono scusanti, non ci sono altre chiavi di lettura. Niente elementi che facciano pensare ad un beneficio per il cittadino. Lo scopo del gioco sembra essere solo quello di tenere il Presidente fuori dal carcere.

I difensori del Lodo Alfano fino a qualche mese fa sostenevano che fosse una norma di respiro europeo, poiché in nessun paese d’Europa il Capo del Governo deve sottostare alla costante "persecuzione" delle autorità giudiziarie. Poi, purtroppo per loro, qualcuno è andato a controllare i Codici degli altri paesi e di norme così scandalosamente indegne come il Lodo Alfano non si è trovata traccia. A limite si ha una tutela per i parlamentari, che, nello svolgere le loro funzioni, non devono rispondere delle implicazioni derivanti dall’esercizio del loro incarico. Tolta anche questa scusa, nulla più giustifica lo scudo salva premier.

L'essere retti non è una prerogativa degli uomini di potere. Howl cita l'ovvio. In Italia ormai nessuno si dimette più: il Presidente del Consiglio è indagato per truffe varie, corruzione e così via, ma rimane saldamente sulla sua poltrona. Il senatore Marcello Dell’Utri è stato condannato per associazione mafiosa, ma è ancora seduto sul suo seggio. Molti parlamentari e ministri sono indagati (o condannati) per reati di vario genere ma a nessuno di loro passa per la testa l'idea di tornare a casa. Intanto i problemi dell’Italia permangono. Una crisi economica spaventosa, un ricorso alla cassa integrazione come non si vedeva da anni, carenze strutturali e infrastrutturali croniche che non vengono neanche prese in esame, un sistema d’istruzione sempre più messo a dura prova dai tagli e dai ridimensionamenti. Eccetera, eccetera. Eppure la priorità del nostro Parlamento è di assicurare l’impunità a un sola, singola persona. Il bene dei cittadini è assolutamente irrilevante: ciò che conta è salvare il capo, e così il sistema clientelare.

Raramente Howl sputa sentenze. Chi lo segue sa che preferisce mettere insieme fatti e situazioni, che vuole lasciare al lettore la facoltà di giudizio. Questa volta la bricconaggine è diventata maestosa come un'opera di Wagner e il Cartellaio non ha resistito, spera lo perdonerete. Spera ancor più di sentire la vostra, favorevole o contraria che sia. L’iter parlamentare per una riforma così complessa è ancora lunghissimo, è importante però far sentire la propria in merito.

Per saperne di più:
Potrebbe giungere il giorno in cui la presidenza del Consiglio (mi?) consenta l'immunità totale. Immaginate le fanfare, gli squilli sonanti che annunciano il Re e i suoi privilegi. Il Re è tornato e con esso il Medioevo. Scenari di sovranità illimitata. Howl non ce la fa più. LA LEGGE NON E' UGUALE PER TUTTI, è scritto sul foglietto. Non riesce più a pensarci, né a tenerlo in mano. Lo lascia cadere, lo vede svolazzare fino ai vostri monitor. Imbronciato abbandona la piazzolla del buon senso dove si era fermato, sperando di trovarci, la prossima volta, un popolo intero.

lunedì 26 luglio 2010

Signor sì signore!

Howl si scusa per l'assenza delle ultime settimane ma la calura attanaglia anche il suo diroccato castello sprovvisto di climatizzatore... Grazie all'aria fresca di questi giorni, Howl è di nuovo in sella e pronto a piantare il suo cartello da qualche parte!

L'attenzione di Howl è stata catturata dal clamore suscitato dalle dichiarazioni rilasciate dall'onorevole del PdL Fabio Granata lo scorso 19 luglio:
"Ci sono pezzi dello Stato, del Governo e della politica che fanno di tutto per ostacolare le indagini sulla strage di via D'Amelio e creare condizioni di delegittimazione della magistratura".

Questa frase e le ripercussioni che ha avuto nella scena politica italiana ha colpito Howl per diversi motivi.

Intanto l'onorevole Granata si accorge solo ora che nel governo e nei ruoli chiave dello Stato vi sono persone dal passato, diciamo, travagliato. Basti citare il senatore Marcello Dell'Utri... In secondo luogo la reazione furiosa di molti esponenti del PdL alle parole di Granata. Il ministro degli esteri Frattini disse:  
"Non possiamo accettare chi adombra semplicemente il pericolo che ci siano collusioni con ambienti criminali, (...) Noi siamo convinti che in un grande partito si debba favorire la libera espressione del pensiero, non un'opposizione interna continua e costante".

La vice presidente dei senatori del PdL addirittura affermava: 
"A questo punto auspico che, come avverrebbe in qualsiasi associazione e come prevede lo Statuto, Granata venga immediatamente deferito al collegio dei probiviri del Pdl per i provvedimenti disciplinari opportuni, affinché‚ non si crei il precedente che un esponente del nostro partito continui a destabilizzarne la credibilità attaccando sistematicamente i suoi stessi colleghi come è avvenuto anche in questa circostanza".

Queste (ed altre) prese di posizione alle parole di Granata hanno davvero lasciato di stucco Howl. Un esponente politico lamenta una qualche forma di favoreggiamento da parte di organi dello Stato Italiano in un vile omicidio e i suoi colleghi come rispondono? "E' un piantagrane! Rientri nei ranghi o sbattetelo fuori dal partito!"

Questo episodio ha messo in moto i pensieri di Howl e lo ha condotto a fare una riflessione più ampia sugli sviluppi della politica italiana. E' da notare come ormai la "linea di partito" non sia più una "guida" da seguire ma è diventata una ferrea rotaia dalla quale i nostri politici non vogliono o non possono discostarsi.
Spesso le dichiarazioni del leader di partito vengono riprese dai suoi compagni come fossero perle di assoluta verità, senza che vengano analizzate o interpretate nel loro reale impatto sulla società.

"Il nucleare è l'energia del futuro" tuona il leader e tutti i suoi parlamentari fanno proprio questo dogma, difendendolo a spada tratta, anche se fino a pochi anni prima erano convinti sostenitori dell'esatto contrario (a tal proposito è fin troppo facile citare il portavoce del Popolo della Libertà Daniele Capezzone, già segretario dei Radicali Italiani). Il cartellaio potrebbe portarvi altri esempi, ma è sicuro che abbiate capito di cosa si sta parlando.

Iddio fornì l'uomo del libero arbitrio e del libero pensiero, la politica glielo tolse!

A modesto parere di Howl i progetti di qualsiasi politico devono essere soppesati e analizzati in primo luogo dagli esponenti del suo partito ed in seguito, in maniera più approfondita, dall'opposizione e dal dibattito parlamentare. Si prendono idee come se fossero oro colato: non se ne valuta l'inerenza alla situazione sociale, non se ne calcola il costo in termini economici e soprattutto non si ha più il dibattito politico. Il tema federalismo ne è l'esempio lampante: nessuno sa quanto verrà a costarci, nessuno sa se porterà reale beneficio allo Stato e ai cittadini e nessuno apre un dibattito serio sulla sua reale funzione.

La politica dovrebbe essere un confronto di idee dei rappresentati eletti dei cittadini su questioni che riguardano il benessere degli italiani. In Italia questa visione si è persa ormai da molto tempo...

martedì 6 luglio 2010

Alieni captati dal vostro computer: avete SETI di conoscenza?

Strabilioni di stelle e millemila alla ventesima galassie. Quante cose nasconde l'universo? Ogni notte, prima di spegnere lo sguardo sul cuscino, Howl mira i campi luminosi del cielo, chiedendosi quali e quante forme di vita possano celare. Perché se l'era immaginato già il buon Giordano Bruno. Se la vita esiste è possibile che il pianeta Terra non ne abbia l'esclusiva. Via dalla mente le improbabili iconografie del cinema fantastico, non è detto che gli alieni siano verdi e stranocchiuti. Se esistono, allora potrebbero avere forme infinitamente diverse da quella umana, dimensioni macroscopiche o minutamente impercettibili. E i dischi volanti? Ed Howl che ne sa? Non ne ha mai visti. Una volta un benzinaio gl'ha detto d'averne rifornito uno e d'avergli cambiato il filtro dell'olio, ma il Cartellaio rimane scettico. La vita extraterrestre potrebbe essere quanto di più astratto e sfuggente e lontano e alieno ai sensi dell'uomo.

Howl è sicuro di non avervi scoraggiati. Dite la verità, qualche curiosità marziana ce l'avete anche voi. Bricconi! Dunque, come Howl e come gran parte del mondo scientifico, anche voi vorreste sapere se gli omini verdi esistono. Bene, ci sono due vie per trovarli. La prima è quella di telefonare al centralino dell'Area 51, ma al momento Howl ha smarrito il numero. La seconda è quella di ascoltarli alla radio. Starete pensando che entrambe le soluzioni siano improbabili e fantasiose. Bene, sarete smentiti.

Udite! [letteralmente] Udite! Se forme di vita extramondo esistono potrebbero essere udite via radio. Avete capito bene. Ci si sintonizza sulla frequenza di 1,420 gigahertz e si cerca di captare segnali emblematici come, ad esempio, una serie di picchi energetici regolari o che seguano uno schema fondato come la sequenza dei numeri primi (1, 2, 3, 5, 7 ecc). Vi chiederete perché proprio 1,420 gigahertz? Perché questa é la frequenza dell’idrogeno neutro, ossia quella con cui gli elettroni dell'idrogeno percorrono l'orbita attorno al loro nucleo. E' una costante universale nonché la frequenza più "diffusa" dell’universo, pertanto si presume che una qualsiasi forma di vita tecnologicamente sviluppata ne dovrebbe essere a conoscenza.

Ad operare in questo senso è un gruppo di "radioamatori" tutt'altro che sprovveduto. Sono gli scienziati del S.E.T.I. (Search for Extra-Terrestrial Intelligence), che dal 1960 puntano i loro telescopi verso il cielo, col fine di registrare eventuali segnali diffusi da civiltà aliene avanzate. Si diceva all'inizio che le forme di vita aliene potrebbero avere strutture diversissime dalla nostra, ma è altrettanto innegabile l'eventualità che ne esistano altre alla portata dei nostri "sensi". Nel caso lancino messaggi, o semplicemente hits quali Life on Mars di David Bowie, ci sono quelli del S.E.T.I.

Finora sono stati captati solo segnali naturali, ma la possibilità di avere qualche successo c'è tutta. Comunque, naturali o artificialieni che siano, questi segnali una volta captati devono essere necessariamente analizzati. Per fare ciò in tempi non geologici, sarebbe necessario un computer inimmaginabilmente più potente del super computer più potente che ora abbiamo a disposizione. Come ovviare a questo problema? Semplice! Se per spostare un tronco non hai a disposizione un elefante, in alternativa puoi usare cinque milioni di formiche. Praticamente quelli del S.E.T.I. si sono inventati un meraviglioso sistema di smistamento che distribuisce i tanti dati alle tante formiche sparse per il mondo. Vediamo come funziona il programma SETI@home.

I dati da analizzare vengono suddivisi in piccoli pacchetti e inviati agli iscritti in tutto il pianeta. I loro computer li analizzeranno e manderanno indietro i risultati dei loro calcoli. Così, dove non arriva un singolo super computer arriveranno milioni di normali computer da casa e da ufficio. Ma chi sono questi iscritti? Meraviglia delle meraviglie: siete voi e i vostri amici. E' sufficiente scaricare ed istallare il software sul vostro computer ed una piccolissima parte di esso lavorerà in automatico per il S.E.T.I. Non dovete fare altro che accendere il Pc e connetterlo a Internet. Il programma è leggerissimo e chiunque può prendervi parte. Si calcola che, grazie ai 5 milioni e 200 mila iscritti, la potenza di calcolo del programma SETI@home si aggiri intorno ai 770 TeraFLOPS, cioè 770 mila miliardi di operazioni al secondo! Altro che calcolatrici, signori. Tra una lettura sul Cartello e uno spulciamento di facebook, il vostro computerino potrebbe cogliere il segnale vincente e farlo sapere a chi di dovere in tempo reale.



Molti di voi diranno si ma è quasi impossibile che ci sia qualcun altro di intelligente nell'universo. A questo punto Howl vi suggerirebbe l'equazione di Drake, la quale calcola quante probabilità ci sono che esistano vite aliene. L'equazione prende in esame la frequenza dei pianeti abitabili intorno alle stelle, il numero di stelle per galassia, il numero di galassie nell’universo, le probabilità che su questi pianeti si sviluppi la vita ed altro ancora. In conclusione, solo la nostra galassia potrebbe fornire da 100 a 50.000 forme di vita intelligenti. Soprattutto non dimentichiamo che nell'universo ci sono 400 miliardi di galassie. A voi l'ardua moltiplicazione.

Pensate all’importanza di tale progetto: riuscire a contattare, o quantomeno ad ascoltare, una civiltà aliena. Avere la sicurezza di non essere soli nell’universo. Se non è meritevole di un contributo questa causa, Howl non sa quale altra possa esserlo.

Per scaricare il programma:   SETI@home
Per saperne molto di più:   SETI Italia Official Web Site
Per ipotizzare tanto più:   Equazione di Drake

Howl ha già istallato il software sul proprio computer. Da stanotte guarderà il cielo e sarà più sereno. Riposerà gli occhi e aguzzerà le orecchie. Magari si dimenticherà presto del programma invisibile che gira nel suo Pc, ma un giorno potrebbe non credere ai propri timpani. O magari, più semplicemente, quando uno scienziato stralunato lo contatterà per dirgli abbiamo captato qualcosa, penserà ad uno scherzo alienante. Ma non è detto. E.T. potrebbe essere là fuori a ciarlare con le stelle. Non vorreste avere una, solo una possibilità di sentire cosa dice?

giovedì 1 luglio 2010

Dialogando coi muri...

- "Il Senatore della Repubblica italiana Marcello Dell'Utri è un mafioso?"

- "Si, ma solo fino al '92..."

- "Ah capisco... Quindi è un mafioso?"

- "...No, ne è uscito..."

- "Cioè si è pentito?"

- "No! Semplicemente ha detto basta, non voglio più fare il mafioso..."

- "Stai scherzando?"

- "No no! credo sia l'unica persona che sia riuscita ad uscire dalla mafia senza farsi uccidere e senza alzare la
voce..."

- "Cioè, tu mi vuoi dire che la mafia ha collaborato per 20 anni con Dell'Utri, lo ha fatto progredire nella scala gerarchica italiana, lo favorisce fino al '92 e proprio mentre si appresta a fondare il partito più potente che la storia della Repubblica abbia mai avuto, ebbene mi vuoi dire che quando arriva a questa vetta, lo LASCIA ANDARE????"

- "Si... Perchè? A me non sembra così assurda come cosa..."

- "Vabbè, ma ora l'hanno condannato anche in secondo grado, si sarà dimesso dalla carica di senatore..."

- "No no! Anzi! Anche il Presidente del Consiglio, la stampa, i TG e molti politici gli hanno dimostrato solidarietà!"
 


- "Scusami ma mi viene da vomitare..."


Questo immaginario e surreale dialogo è quello che frulla nella testa di Howl quando immagina di parlare con i vari esponenti di governo e i giornalisti che hanno cercato di minimizzare la condanna a 7 anni di reclusione per il Senatore del PdL Marcello Dell'Utri.

Infatti nel processo di appello Dell'Utri è stato riconosciuto COLPEVOLE di concorso esterno in associazione mafiosa; ciò significa che si è reso responsabile del reato di associazione a delinquere finalizzata a favorire un'associazione mafiosa, senza però entrare a far parte della stessa. Il vero problema qual è? Perché molti giornali italiani e politici si ostinano a dire che la magistratura ha perso la sua battaglia in tribunale? Perché sono state usate tutte le locuzioni possibili per evitare di dire la parola COLPEVOLE? Ancora, perché nessuno ha ancora chiesto le dimissioni del Senatore? Howl vi ricorda che il prossimo grado di giudizio a cui potrà ricorrere la difesa di Dell'Utri è la Cassazione, la quale non deciderà nel merito (colpevole o innocente) ma nella forma (errori procedurali ecc.).

Cerchiamo di dare una risposta ai tanti interrogativi che non dovrebbero essere posti, in quanto nel paese di Falcone e Borsellino bisognerebbe sbattere a pedate in cella un signore che è stato giudicato un ausiliare della mafia e non innalzarlo a martire della giustizia. Scuserete Howl se non approfondisce il discorso facendo nomi, date e fornendo la documentazione specifica, ma queste sono di dominio pubblico, possono essere reperite facilmente sul Web. Ricordate il motto di Howl: "l'importante è pensare!".

In molti hanno gridato alla "assoluzione" di Dell'Utri, dato che il PM aveva richiesto una pena più severa in conseguenza delle indagini svolte, le quali erano volte a dimostrare una "regia" mafiosa atta a intrecciare profondamente Cosa Nostra con le più alte cariche politche dell'allora vacillante Stato Italiano (siamo nel biennio che va dal 1992 al 1994). Tali accuse erano/sono supportate dalle dichiarazioni di almeno due pentiti, tra cui Gaspare Spatuzza, il quale però (insolitamente) non è stato ascoltato dai giudici perché ritenuto "inattendibile", anche se per ritenere inattendibili le dichiarazioni di qualcuno bisognerebbe ascoltarlo... I giudici hanno rigettato l'ipotesi accusatoria giudicando colpevole Dell'Utri per i soli fatti accaduti fino al '92. Ma, come si chiedeva uno dei due protagonisti del dialogo iniziale, come mai la mafia avrebbe rinunciato a un "cavallo vincente" proprio mentre varcava la linea del traguardo? Infatti se lo chiede lo stesso Senatore Dell'Utri, dichiarando dopo la pronuncia dei giudici:

"Sentenza pilatesca, incoerente. I giudici mi fanno passare per mafioso fino al ’92, ma cadono in contraddizione: se fosse vero, la mafia non mi avrebbe mollato proprio nel ’92, quando poteva sperare nei veri vantaggi del potere, della politica!".

E in effetti questa sua interpretazione non fa una grinza! Come fa qualcuno ritenuto, provato, collaboratore della mafia fino al '92 ad uscirne proprio quando diventa così importante? E' la domanda a cui i giudici dovranno dare una risposta con le motivazioni della sentenza.

Tuttavia, l'aver condannato un uomo a 7 anni anziché 12 non significa ASSOLVERLO. E' come se un imputato accusato di omicidio volontario fosse riconosciuto colpevole di omicidio preterintenzionale. La differenza di pena c'è, l'intenzione dell'omicida poteva essere diversa, ma la sostanza non cambia: quell'uomo ha ucciso una persona e la vittima è morta. Il senatore Dell'Utri è stato giudicato COLPEVOLE, non di tutti i reati a lui ascritti, ma sicuramente fu colluso con la mafia. La sostanza non cambia. I favori dalla mafia e alla mafia furono fatti. E qui entra in gioco la stampa e i telegiornali italiani.

Howl vi invita a vedere i link qui di seguito.

http://www.youtube.com/watch?v=ufZTK0QvT_o
http://www.youtube.com/watch?v=NpmvyheRgJ0

Nel servizio del TG1 addirittura si parla di ASSOLUZIONE. Il video riguardante Studio Aperto invece lo lascio ai vostri commenti (specie nella parte relativa all'affermazione che definisce "reato discutibile" l'associazione mafiosa).

La questione purtroppo non finisce qui. Infatti alla luce delle vicende sopra descritte, nessuna voce dell'opposizione politica italiana si è levata a chiedere con forza le dimissioni del Senatore Dell'Utri. Nessuna interrogazione parlamentare sul caso è stata richiesta. Possibile che tutto ciò accada in un paese democratico, occidentale? Qualcuno, anche nell'opposizione, dovrà rendere conto di queste gravi mancanze.

Howl si rende conto che il non riconoscere l'intero castello accusatorio presentato dai pubblici ministeri possa risultare un colpo alle indagini svolte, ma si rende anche conto della enorme differenza che esiste tra il ritenere colpevole qualcuno per parte delle accuse e il ritenerlo innocente. Howl invece non riesce a rendersi conto di come questa differenza possa sfuggire ai media italiani. Possibile che ci si ostini ad attaccare la magistratura, la quale, Howl ci tiene a sottolinearlo, sta solo svolgendo il suo lavoro? E' infatti lo stesso Dell'Utri a mettere in ballo la giustizia italiana affermando:
“Dovevano assolvermi anche per il ‘prima’ del 1992, ma non l’han fatto per dare un contentino alla Procura. Per evitare lo schiaffo… Il problema è la Procura. Caselli e Ingroia sono potentissimi, in grado di condizionare l’ambiente. Spero di non trovare in Cassazione un giudice di Palermo” .

Siamo arrivati al punto in cui se un giudice ritiene colpevole un indagato, non è colpa dell'imputato aver tenuto una condotta riprovevole, ma è colpa del giudice averla riscontrata, giudicata e sanzionata?

venerdì 25 giugno 2010

Mondiali, allenarsi dietro il filo spinato: la Corea del Nord secondo Kim Jong-il

Disgraziati i giocatori della Corea del Nord al Mondiale. Voi come li definireste? Howl li dipingerebbe disgraziati. Quel gran brigante di Kim Jong-il, presidente dittatore della nazione asiatica, ha pensato bene a come organizzare la spedizione in Sud Africa. Un paese il cui governo possa ambire al rango di "assoluto" deve in primis gestire il consenso. Per controllare gli umori del popolo serve uno stato di serenità indotto con la forza. Bell'ossimoro, ma ci sono zone del mondo in cui le contraddizioni non sono viste come tali. Stai tranquillo, nel caso ho un missile pronto.

Torniamo coi piedi per terra, visto che si parla di calcio. Da sempre i regimi totalitari vedono le manifestazioni sportive come una minaccia o un'opportunità. Ricordiamo le famigerate olimpiadi hitleriane del '36, in cui slanciati biondoni di tempra ariana sovrastavano atleti di altri paesi, o meglio, di altre nazioni. Il vigore dell'uomo germanico doveva essere rappresentato e ostentato, come a dire al mondo guardate cosa è capace di fare la razza pura. Ma le manifestazioni sportive possono essere anche una minaccia, si diceva. Perché qualora non si possano influenzare i risultati sul campo, o manipolarli, per meglio dire, il problema per un paese totalitario si presenterebbe bello grosso. La squadra sportiva in trasferta è l'estensione internazionale di un popolo. Una compagine calcistica perdente equivale ad un popolo perdente. E un popolo perdente se la prende coi propri capi.

Kim Jong-il non vorrebbe mai arrivare ad una cosa del genere. Dunque ha preso semplici ma efficaci misure. Come prima cosa, le partite non avrebbero dovuto essere trasmesse in diretta, e così è stato per il match d'apertura col Brasile perso 2-1. Di questo incontro è stata trasmessa solo una sintesi, riportante esclusivamente il gol coreano (purtroppo Howl non può garantirvi la certezza assoluta di questa affermazione causa ingente penuria di fonti). Visti gli entusiasmi mondiali arrivati anche in estremo oriente, data la fede gioiosa riposta dal popolo nella squadra, si è deciso di trasmettere, però, in diretta la seconda partita. Un disastro. La squadra coreana arranca e ammaina la bandiera nel secondo tempo, che vede il Portogallo concludere la sfida con un ubriacante 7-0. Ebbene, al quarto gol degli iberici la telecronaca è stata interrotta. Howl non ha notizie riguardo anche la possibile interruzione del segnale video.

Tale linea editoriale-dittatoriale non ha frenato l'entusiasmo della gente per il calcio. Uno sport che aggrega, che fa sognare traguardi auspicati mai raggiunti nell'austera vita giornaliera. Per la seconda partita le strade di Pyongyang si sono trasformate in un deserto. Erano tutti davanti la televisione. Sperando magari che il Caro Leader Jong-il non facesse staccare la spina.

Se le cose sono andate così in patria, facciamo luce sul come sono state per i giocatori della Nazionale. Conosciamo tutti il confort dei ritiri delle squadre di calcio ai Mondiali. Lussuosi hotel, verdeggianti campi d'allenamento e così via. In questo caso no. Lo stadio scelto per la preparazione è quello di Tembisa, situato in una malfamata baraccopoli a 50 km da Johannesburg, nel bel mezzo di una zona a vocazione criminale, dove i bianchi non osano addentrarsi. Come se non bastasse lo stadio è circondato da filo spinato. Avete capito benissimo. Verrebbe da chiedersi a che scopo: per evitare l'assalto delle gang locali o per scongiurare la probabile fuga di qualche calciatore dissidente? Non a caso è girata la voce che quattro atleti fossero fuggiti dal ritiro. Per dimostrare che nessuno è scappato è stato concesso un allenamento a porte aperte, ma nemmeno il commissario FIFA addetto ai controlli tecnici è disposto a giurarci, data la difficoltà di identificare i giocatori. Neanche l'hotel gode di maggiore "serenità". Ne è stato scelto uno lontano dalle luci della ribalta, circondato da poliziotti, un edificio a cui la stampa non può accedere.

Questi sono solo alcuni, ma significativi, effetti della censura. Kim Jong-il ha voluto ricreare in Sud Africa l'isolato microcosmo nord coreano. Il precedente illustre risale ai Mondiali del '66, quando gli asiatici ottennero un'altra storica qualificazione come nel 2010. Anche allora il team fu isolato dal resto del mondo, per conservarne i valori, per far sì che i giocatori non "cadessero in tentazione" a contatto coi lussi occidentali. Un dato statistico: allora fu proprio la Corea del Nord ad eliminarci. Howl s'era promesso di non parlare di Nazionale italiana in questo post, ma almeno un riferimento traslato, vista la figura magra fatta ieri dai nostri, andava fatto.

I Mondiali di calcio sono l'occasione per conoscere altre usanze. Molto probabilmente noi penisolani rimaniamo costernati nell'appurare queste cose. Howl vi ricorda, però, che da noi è in via di approvazione una legge che attenta alla libertà di stampa. Parole forti, di cui si assume le responsabilità. Se ne parlerà sul Cartello, non dubitate. Che l'esempio coreano sia da monito, anche se si tratta di un caso limite. Ma Howl si fida di voi, sa come le pensate, o almeno se lo augura. In ogni caso cerchiamo di vigilare e di parlarne. Rifiutamo ogni linea edittatoriale.

lunedì 21 giugno 2010

Il nucleare incostituzionale

Il 9 giugno 2010 la Corte Costituzionale ha sancito che il nucleare non è nelle urgenze dell'Italia.
Almeno non è così impellente da aggirare l'applicazione delle leggi dello Stato italiano, come invece ritenevano il Consiglio dei Ministri e l'ex ministro Scajola.

Con la sentenza 215 del 9 giugno 2010 la Suprema Corte ha stabilito che l'attuazione dell'iter d'urgenza nella pianificazione e sviluppo di linee e produzione energetica "deve risultare adottata a seguito di procedure che assicurino la partecipazione dei livelli di Governo coinvolti attraverso strumenti di leale collaborazione".
In sostanza significa che, pur non negando che le procedure d'urgenza debbano essere attuate, esse sono comunque da concertare con gli enti territoriali interessati.
Non si può aggirare il principio per il quale il legislatore deve cooperare con le Regioni nei casi in cui queste abbiano a legiferare in materia concorrente con lo Stato Centrale.


Inoltre la sentenza specifica che nel caso vengano adottati provvedimenti così urgenti, l'attuazione degli stessi non può essere effettuata con capitali privati, in quanto gli strumenti legislativi non hanno l'immediatezza richiesta dal mutamento e dall'aleatorietà a cui sono soggetti i fondi privati.
Si precisa quindi che gli interventi critici per i quali il Governo adotti procedure speciali devono essere finanziati con soldi pubblici.

Il Governo addusse inoltre, come motivazione al ricorso alla procedura d'urgenza, il fatto che la normativa in materia di «produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia» fosse in netto ritardo rispetto allo standard europeo. La Corte ha però ribadito che la lacuna legislativa è una situazione pregressa, la quale non può essere risolta da una procedura speciale, specie se si viola il "principio di leale collaborazione" tra Stato e Regioni che in questa materia hanno competenza normativa concorrente.

In sintesi la sentenza dice che non si possono costruire centrali nucleari senza prima aver consultato gli organi istituzionali locali; si dice inoltre, che per attuare delle procedure d'urgenza (che consentono di aggirare molti "nodi" burocratici)  si ha bisogno che vi sia effettivamente una situazione di impellenza e la costruzione di un reattore nucleare, la quale richiede 20 anni, non è tra queste. Infine si sottolinea come l'attuazione di queste procedure speciali debba essere effettuata tramite fondi statali e non privati, in quanto questi ultimi sono soggetti ai "capricci" del mercato e mal si conciliano con una gestione rapida e immediata di eventuali emergenze.

A modestissimo parere di Howl questa è una sentenza a favore del vero federalismo, nel senso che si dà il potere ai "padroni di casa" di decidere cosa mettere nel proprio giardino. E' un modo per ristabilire un minimo di democrazia e di equità nei rapporti stato/cittadino. Così come il cittadino non è padrone di andare a scegliere le tende a Montecitorio, così il Governo non dovrebbe imporre scelte che la stragrande maggioranza degli italiani bocciò con referendum popolare nel 1987.

Link: sentenza 215 Corte costituzionale.
http://www.cortecostituzionale.it/giurisprudenza/pronunce/scheda_ultimo_deposito.asp?comando=let&sez=ultimodep&nodec=215&annodec=2010&trmd=&trmm=


P.S. Teoricamente i cittadini dovrebbero poter scegliere le tende di Montecitorio, però sarebbe difficile mettere d'accordo i gusti di 60 milioni di persone tramite referendum...