giovedì 27 maggio 2010

Piccoli cosmonauti meccanici crescono: Robot sulla Luna con le barche a vela

In un tempo ipotetico Howl era al bar a prendere un caffè con un Robot. Si chiamava Maido-Kun, un bravo ragazzo. Molto socievole, spiegava che il suo sogno fosse quello di farsi una passeggiata sulla Luna. In tranquillità, come quella che avrebbe fatto con Howl una volta finito il caffè.

Siete scettici. Non è colpa di Howl se le cose oltre ad essere strane sono anche vere. Solidarizzate un po' con chi vi scrive e con i Robot sognatori: esistono dunque sperano. Ma chi è a sognare? L'androide o chi l'ha creato? Si perdoni anche l'uomo, che proietta il suo ego sui Robot, e i Robot nello spazio.

Torniamo con i piedi per terra. Howl vi vede con un grosso punto interrogativo, quindi spenderà due parole serie prima di riprendere il volo. Il fatto è questo. I giapponesi vogliono mandare un Robot bipede sulla Luna nel 2015. Maido-Kun sarà il primo androide a raccogliere l'eredità di Neil Armstrong. “Un piccolo passo per i Robot, un balzo gigantesco per l’esplorazione dello spazio”. E anche lui piazzerà la sua bandiera. Quella giapponese.

Scusate il doppio senso, ma la madre del progetto è la SOHLA (Space Oriented Higashiosaka Leading Association), un'associazione formata da sei compagnie private legate alla ricerca spaziale. La spedizione costerà 10 milioni di dollari. L'obiettivo sarà quello di sviluppare nuove tecnologie e applicazioni; altri dicono che tutto ciò avrà solo uno scopo promozionale, dato che la missione non aggiungerà nulla di tangibile alla conoscenza. Forse anche qui la via giusta sta nel mezzo. Sicuramente il tutto avrà un tornaconto economico preciso, trattandosi di aziende private. Ma visto che in futuro la robotica sarà una scienza che sempre più incrocerà il cammino dell'uomo, la spedizione potrebbe portare anche qualche beneficio.

Indovinate un po' su quale mezzo viaggerà Maido. L'avete già letto nel titolo e ci siete rimasti scombussolati. In realtà il principio che sta alla base della barca a vela spaziale è di facile comprensione. Abbiamo una navicella con una vera e propria vela, la quale assorbe energia del sole. Ciò innesca la propulsione. Un esempio di questo tipo è Ikaros - yacht spaziale alimentato esclusivamente dalla pressione delle particelle solari -, che una settimana fa è partito alla volta di Venere per portarci Akatsuki, la sonda che ne analizzerà l'atmosfera. La navicella, il cui nome omaggia il famoso mito greco, è pilotata dagli uomini sulla Terra.

Piuttosto che tempestarvi la lettura di pesanti descrizioni, il Cartellaio vi suggerisce enfaticamente questo video. Vedere per capire:  http://www.youtube.com/watch?v=UuZjJl7ZnQQ.

Okay, l'uomo del futuro ha ruggito troppo... Torniamo a qualcosa di più "semplice". Ecco Ikaros: http://www.youtube.com/watch?v=ktYBObIHjYw

***

Howl ripensa agli aromi spaziali e speziali evocati da quel caffè con Maido, che un domani potrà essere gustato a bordo di un'astronave piena di turisti, emozionati all'idea di viaggiare verso la Luna. Ma queste, per adesso, sono solo fantasie difficili da spiegare. Sicuramente è più facile spiegare le vele.

mercoledì 26 maggio 2010

Il Texas cancella Thomas Jefferson

Howl pensava che la revisione si facesse alla bozza di un articolo. Oppure alla macchina passati i due anni. Invece no. Gli hanno detto che si fa anche alla storia. Accidenti, veramente? E come funziona? Gli hanno risposto vai dall'editore e ti fai cambiare il testo. Perdonerete Howl se non capisce e se non ci riuscite vi impegnerete ancor più. Sapeva che un giorno l'uomo controllerà il tempo atmosferico, ma non che potesse comandare anche quello cronologico. Ultimamente certe fantasmagorie fanno tremare lo stomaco. Allora, dato il caso, Howl si è permesso di chiedere alcune pillole su questo revisionismo storico, affinché il mal di pancia passasse. Vediamo gli sviluppi.

La prima questione che vi porrete è perché mai un revisionismo storico dovrebbe far male alle budella. Howl vi dice che è normale. Cercate di seguire il prossimo esempio, per quanto improbabile. Facciamo conto che voi aveste fatto una cosa, tanto tempo fa. Per esempio, segnare il gol della vita al 90°, nella finale del torneo oratoriale contradaioli di collina contro quelli di pianura. Sono soddisfazioni. Ora, supponete che il titolare del bar della zona sia un provetto cronista, e che abbia impresso codeste gesta, nero su bianco, su un quaderno delle memorie. Ci siete? Ipotizzate che un domani uno della squadra avversaria rileverà il locale, e scottato dalla partita persa tempo prima, cancelli tutto quanto. Quello, insomma, prende e strappa le pagine, le accartoccia e magari se le ingoia. Forse comporrà anche un paragrafo tutto per sé, raccontando che la partita l'avesse vinta lui. Come ci rimarreste? Se superaste l'imbarazzo causato dall'ingarbugliamento dell'esempio e se vi concedeste ad esso, lo stomaco farebbe male anche a voi. Non solo a quell'oste ingurgida-parole. Non solo ad Howl.

Applicate il concetto espresso a fatti molto più seri. Ecco, questo è il revisionismo storico.

In Texas sta succedendo la stessa cosa. Per ora abbiamo poche notizie riguardo la reazione dei legittimi oppositori. Stanno riscrivendo i libri di storia. Per esempio, siccome Thomas Jefferson è una pagina che si digerisce male, hanno deciso di buttarlo direttamente nel bidone dell'immondizia. Che se la vedessero i randagi. Oppure pensiamo a tutte quelle parti dedicate alla Guerra Civile. Mica sono cose che piacciono a tutti? Allora, via certe parti, benvenute altre. Perché in fin dei conti scrivere la storia è come ordinare al ristorante il piatto che si preferisce. E se l'ordinazione viene male, tutt'al più la si fa riscrivere.

47 Milioni di alunni, piccoli medi e grandi, sui libri scolastici non troveranno più notizia del terzo Presidente degli Stati Uniti d'America, il quale scrisse, quasi interamente di suo pugno, la Dichiarazione d'Indipendenza del 1776. Illuminista, architetto, avvocato, guida del Paese in due mandati dal 1801 al 1809, Jefferson di cose ne ha fatte, nel bene e nel male. E' giusto cancellarlo? Secondo l'amministrazione texana si. E di conseguenza è altrettanto legittimo riabilitare il senatore Joseph McCarthy, uno a cui non piacevano le streghe.

Ma perché tutto questo? Naturalmente per dare la giusta luce al presente. E' noto, ed Howl spera non si offenda nessuno, che in Texas ci sia un conservatorismo esagerato, un cristianesimo intransigente che non vede di buon occhio alcune istanze troppo "illuminate". Per esempio Jefferson sosteneva che Stato e Chiesa dovessero essere separati, nonché la libertà di culto. Dunque è una figura troppo pericolosa, potrebbe indurre in tentazione quei bravi ragazzi timorati di tutto. Ah, il diavolo! Sono più positive personalità quali McCarthy, buon esempio di come vanno trattati gli oppositori politici. Baluardo repubblicano, patria dei Bush, il Texas parla di Reagan e si sbarazza di uno dei padri fondatori.

Howl nota che in questo noi italiani siamo molto meno radicali. Noi il revisionismo lo facciamo sottile, subliminale, attraverso la Televisione. Ultimamente si sta restaurando l'immagine di Craxi. Si dice che le cose, in quella concitata fase italiana che chiamano Tangentopoli, non siano andate "a modo". Di questo ce ne siamo accorti, si passi ad Howl l'amarezza. In ogni caso, adesso si vuole dire che tutto sommato Bettino è stato un grande statista e che quindi dobbiamo perdonargli quei soldi messi in saccoccia. Insomma, è come se volessero convincerci che ad Ogni Presidente del Consiglio debba essere concesso uno sgarro ogni tanto. Peccato che quello sgarro si fondi su milioni e miliardi. Ci torneremo su. Ogni riferimento a persone è puramente causale.

Interpretare i fatti non è semplice. Ci approcciamo ad essi con una dose quantomeno minima di pregiudizio. Chi ha una fede religiosa li interpreta in alcuni modi precisi, lo stesso dicasi per chi ha una fede politica. Più o meno vale la stessa cosa per la storia. Per capirla, o almeno per provarci, una tranquilla onestà intellettuale è quello che ci vuole. Farsi un'idea sbagliata di qualcosa o qualcuno è un conto. Togliere dei capitoli dall'enciclopedia della storia umana è un altro conto. E' una questione gravissima. Nel caso del Texas, in tutti i sensi, è un'operazione maldestra.

Link utili:

www.ilsole24ore.com
Thomas Jefferson su Wikipedia
Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti d'America, 1776

martedì 25 maggio 2010

"Ma lasciamo perdere il One Love..."

Solo negli ultimi giorni i media italiani hanno iniziato a occuparsi della situazione drammatica in cui versa la perla del mar dei caraibi: la Giamaica.

L'isola, infatti, è ormai attanagliata da crisi sociali, economiche e ultimamente anche militari che mettono a dura prova la popolazione, la quale è già martoriata da una povertà che affonda le sue radici nei decenni precedenti.

La crisi economica in Giamaica perdura, praticamente, dagli anni settanta, da quando iniziò ad aprire il suo mercato ai prodotti provenienti dagli USA e dai paesi dell'america del sud. L'agricoltura dell'isola si trasformò in modo da assecondare le richieste dei paesi importatori, ma così facendo sacrificò l'autosufficienza alimentare; il governo iniziò ad importare gli alimenti base e cominiciò ad accumulare debito estero, visto che a quel tempo era una pratica conveniente.
Con le crisi petrolifere che si susseguirono negli anni '70 e '80, i tassi di interesse sul debito accumulato dall'establishment giamaicano divennero insostenibili ed è da allora che la popolazione vive in condizioni di semi-povertà.


Le immagini che il mondo conosce, di un'isola che si muove a tempo di reggae, dalle spiagge candide, con il mare cristallino e le foreste rigogliose, sono le istantanee prese da quella che è la Giamaica turistica dei villaggi vacanze. Nei quartieri poveri e nelle periferie delle grandi città, Kingston in primis, la situazione è da guerra civile.
In media, ogni giorno, vengono commessi 9 omicidi sul'isola. Più di 3000 morti l'anno.
Le gang si contendono il mercato dello spaccio di cocaina e di marijuana. La corruzione dilaga, e molte delle autorità sono asservite proprio ai signori della droga.

Ed è qui che i mezzi di informazione internazionale iniziano ad accendere i riflettori: nella capitale, Kingston, il governo ha dichiarato lo stato di emergenza. Gli uomini del narcotrafficante Christopher «Dudus» Coke, hanno iniziato una sommossa per impedire l'arresto e l'estradizione del loro "capo" negli Stati Uniti. Un commissariato di polizia è stato dato alle fiamme, mentre altri 5 sono stati assaltati. L'esercito è sceso in strada e impone il coprifuoco.

Quella che fu la patria dell'One Love cantato da Robert Nesta Marley, si sta trasformando in una distopia, governata dalle gang di strada.
Nemmeno gli artisti reggae sono stati risparmiati dall'ondata di violenza che ogni giorno si scatena: O'Neil Edwards, voce del trio Voicemail, è stato colpito da sette colpi di pistola e lotta tra la vita e la morte. Purtroppo c'è da aspettarsi rappresaglie per questo tragico evento, le quali non faranno altro che alimentare la spirale di violenza.

sabato 22 maggio 2010

Il grande rubinetto delle meraviglie

L'energia, si sa, è una delle principali preoccupazioni della razza umana. Per produrre energia si alterano i corsi dei fiumi, si abbattono foreste, si estraggono combustibili dal cuore della terra.
Il fabbisogno di energia è costantemente in crescita e senza le adeguate tecnologie, il nostro pianeta e i suoi ecosistemi rischiano grosso a causa della sete energetica dell'uomo.


Ma se esistesse un modo per ottenere energia elettrica senza aggredire il paesaggio? Ancora: se esistesse una fonte di energia la cui unica scoria è l'acqua salata? E se quest'acqua di scarto fosse si salata, ma destinata comunque a diventarlo e arrivasse al mare più pulita di prima?
Ebbene tutto ciò sembra davvero nelle possibiltà delle centrali a osmosi.

Lasciate che Howl vi spieghi. Innanzitutto cos'è l'osmosi?

L'osmosi è quel processo che avviene tra due soluzioni separate da una membrana semipermeabile, per il quale la soluzione meno concentrata tende a ridurre la differenza di concentrazione con la soluzione maggiormente concentrata.
In pratica se si mettono in una vasca le medesime quantità di acqua dolce e acqua salata e le si separa con una membrana semipermeabile, l'osmosi farà si che l'acqua dolce attrraversi la membrana e vada a diluire l'acqua salata.
Durante questo spostamento, il flusso di liquido genera una certa pressione, che nel caso di acqua dolce e acqua salata può oscillare tra i 12 e i 30 bar di pressione, cioè 11/28 volte la pressione atmosferica al livello del mare! Mica male!


E' proprio questo il funzionamento di una centrale elettrica a osmosi: si "aspira" acqua dolce dalla foce di un fiume, la si filtra e la si mette a contatto, attraverso la solita membrana semipermeabile, con l'acqua di mare. Il flusso osmotico creato dal contatto delle due tipologie di liquido, andrà ad alimentare delle turbine le quali genereranno elettricità.
Il risultato sarà energia elettrica e acqua salata.
E' da notare che la collocazione degli impianti alla foce dei fiumi fa sì che l'acqua dolce non vada sprecata in quanto era comunque destinata a raggiungere il mare e diventare salata.


Voi, o assennati lettori, direte: "Si! E' fantascienza! Vedremo questa meraviglia tra 30 anni!"... Ed è qui che vi sbagliate. In quel meraviglioso paese chiamato Norvegia, è già stato costruito il primo prototipo di centrale a osmosi.
Allo stato attuale della tecnologia, l'impianto produce solo 4 kilowatt (sufficienti per alimentare 2 case medie) e si stima che con le membrane oggi a disposizione si possano produrre circa 3 kilowatt per ogni metro quadro. Pochini se si considera che una centrale elettrica media produce circa 1 gigawatt di elettricità.
Tuttavia gli scienziati (e gli investitori) sono molto fiduciosi: la materia prima è abbondante, i costi di mantenimento sono bassi e l'impatto ambientale non solo è bassissimo, ma anzi potrebbe aiutare a ripulire l'acqua dei molti fiumi/cloaca che sfociano in mare.
Si stima che circa il 50% del fabbisogno di energia dell'Europa possa essere coperto da queste nuove, entusiasmanti tecnologie.

Howl, sognatore per natura, già vede in questo tipo di centrali uno di quei famosi grandi rubinetti da integrare con i mille zampilli, a cui si dovrebbe attingere per spegnere la sete di energia della nostra civiltà.

venerdì 21 maggio 2010

Rivoluzione: vita creata in laboratorio

Howl oggi è occupatissimo. Ha troppe cose da pensare e la capacità di calcolo non gli è conforme. Sta ipotizzando tutta una serie di questioni, cercando di immaginare che approccio avrà quando ne incontrerà uno. La mente è offuscata da milleuno questioni. Ma incontrare chi? Howl spera di essere creduto: un uomo artificiale, un replicante umano.



"Una cellula che cambia la definizione
di ciò che si intende per vita...
Questa è la prima specie auto-replicante
esistente sul pianeta Terra il cui padre è un computer".


"E' la prima cellula sintetica che mai sia stata prodotta e la chiamiamo sintetica perché la cellula è totalmente derivata da un cromosoma sintetico, ottenuto in un sintetizzatore chimico utilizzando quattro combinazioni di sostanze chimiche,
a cominciare dalle informazioni in un computer".


Queste parole sono un tuono. A pronunciarle è stato Craig Venter, il luminare che per primo ricostruì il genoma umano. La rivoluzione è reale e si tocca con mano. In laboratorio è stata creata la vita. Howl dice "creata", e non "ricreata". Non si tratta di modelli d'analisi, né di quei plastici cervellotici di gomma che mostrano come è fatta una cellula. Qui la cellula la si fa, anzi, la si è fatta. Naturalmente siamo solo all'inizio. Per ora con la cellula artificiale possiamo "solo" ripulire l'atmosfera dal biossido di carbonio, realizzare batteri utili per produrre combustibile, creare vaccini. Non è proprio poco.

Ma il Cartello non si vuole di certo fermare sui tecnicismi scientifici. Tra qualche giorno troveremo on-line tutto quello che ci serve per capire i dettagli della faccenda, che di certo sarà spiegata da persone più competenti. Howl di conseguenza provvederà a fornirvi i link secondo lui più intelligenti. Per ora vorrebbe solo condividere con voi lo stupore, la sensazione che si ha di fronte ad un fatto epocale. Avrete già sentito le fragorose parole: "ma l'uomo vuole farsi Dio?". Ovviamente fino ad ora non eravamo mai riusciti a crearla, la vita. Abbiamo clonato cellule, questo si. Ma adesso le cose sono diverse e le questioni etico-filosofiche che ne derivano sono dirompenti. Pensate solo alle gravosi questioni che sono sorte attorno all'eutanasia. L'animo umano si è trovato di fronte alla scelta se porre o no fine alla vita di un individuo dalle funzioni vitali compromesse. Si è parlato di proposte in merito come il testamento biologico. Ecco, pensate a quanto siano immani tali questioni, e subito dopo realizzate che portata ha la creazione della vita stessa.

Howl, per ora, un po' come voi suppone, non sa né leggere né scrivere. Di certo siamo lontanissimi dal creare individui antropomorfi. Philip K. Dick, come altri scrittori, aveva già posto il problema. E con lui biologi e scienziati di ogni sorta. Come sarà il mondo quando gli uomini creeranno replicanti umani del tutto simili a loro? Pensateci un attimo, e poi un altro attimo ancora. Aiutate perlomeno Howl a pensare all'approccio che avrà quando ne incontrerà uno. La mente è offuscata da milleuno questioni.

giovedì 20 maggio 2010

La Gioconda sotto il letto

"Ma lei chi è?"
"Sono Vincenzo Peruggia!"
"Con due G?"
"Esattamente!"
"E cosa ci fa con la Gioconda sotto il cappotto?"
"Niente, l'ho rubata per patriottismo."

Quel buon diavolo di Vincenzo la sapeva lunga, quando nel 1911 deflorò le gentili barriere di sicurezza del Louvre. Chissà com'erano fatte, sempre che ce ne fossero. Chissà se ci pensò almeno una volta e mezzo. Prese il preziosissimo gingillo e se lo portò a casa, a Firenze. Erano gli anni della bella epoca, dell'arte che si faceva industriale, dei venti che iniziavano a puzzar di guerra ventura. Poco dopo Monnalisa fu ritrovata sotto il letto dell'imbianchino con due G (Howl si augura che l'assenza di virgole non comporti ambiguità), e conservava ancora il suo sorriso, ma chissà se l'esperienza le fosse piaciuta...

Ahinoi, la storia ci insegna che i ladri d'arte non sono tutti sprovveduti come Vincenzo Peruggia. Stanotte hanno rubato cinque quadri dal Museo d'Arte moderna di Parigi. E che quadri, signori! Un Picasso, un Matisse, un Braque, un Leger, un Modigliani. Di quest'ultimo è sparito il celebratissimo "Donna con ventaglio", lo conoscerete sicuramente. Un colpo al cuore, un altro al portafogli. Si stima che il valore complessivo della bella refurtiva si raggiri sui 500 milioni di euro.

La dinamica del fatto la sapete? E' semplicemente pazzesca. Un uomo è entrato dalla finestra; indisturbato s'è fatto una passeggiata senza pagare nemmeno il biglietto, durante la quale ha individuato con cura le opere da ritirare. Ha rotto il vetro d'isolamento, che, udite udite!, non era nemmeno collegato al sistema d'allarme. Con un buon taglierino e con cura certosina ha reciso le tele dalle cornici, per poi metterle in un semplice borsone. Le telecamere hanno ripreso il poco lieto evento, ma il brigante aveva il passamontagna. Naturalmente i videotapes sono stati visionati solo stamattina. Un po' troppo tardi.

Howl ragiona semplice e si chiede: ma come diavolo si fa a custodire mezzo miliardo di euro senza allarmi? Qualunque posto contenga valori così lauti viene attaccato, figuriamoci cosa succede senza protezioni! Perdonate la banalità di queste espressioni.

Pierre Cornette de Saint-Cyr, responsabile del museo, ha definito "stupido ed inutile" il fattaccio, dacché tali tele non possono essere rivendute. Howl rischia di cadere nella rete delle polemiche interiori. Ma non può non pensare che, utili o sconvenienti che siano, i furti son sempre furti. Se i dipinti non dovessero essere ritrovati, chi ripagherà l'umana gente di tale scempio? Il basso monitoraggio di un patrimonio del genere è inqualificabile.

"Nessuno può pensare di vendere questi quadri, per questo dico che è stupido rubarli", ha precisamente dichiarato Saint-Cyr. Ma ne è così sicuro?

Howl apprendendo la notizia si è subito chiesto, appunto, che fine facessero le opere d'arte rubate. In effetti non si possono trafugare beni di tale valore e rivenderli al mercato di borgata, né esporli all'emporio portuense con sotto scritto

"Modigliani col collo lungo, come nuovo,
vero affare, 250 milioni
".

Niente di nuovo sul fronte occidentale, penserete, ma la tipologia di compratore-tipo di un quadro virtuoso rimane sempre l'acquirente privato. Howl ha fatto qualche breve ricerca per capire tale meccanismo, ma ha avuto risposte semplici. Alcuni ricconi senza scrupoli comprano tali opere per puro godimento personale.

Avere in casa, in una stanza inaccessibile e segreta, un dipinto o un oggetto d'arte di cui il mondo parla, è terribilmente accattivante. L'opera è sublime di suo, figuriamoci con che bramosia la si può osservare da soli, nella propria tana. Che bello ammirarla senza l'aura pesante di quelle facce spaesate che si incontrano al museo. Lontano da quei tipi con gli occhi e la testa rivolti verso l'alto, e la mascella a terra. Brutta immagine. Penetrare un quadro da soli, invece, dovrebbe essere un po' come spiare una donna nuda dal buco della chiave. Il sapere di essere i soli al mondo a poter godere di quelle forme provoca un surplus di eccitazione.

Ricordate che fine fa il tipo de Il cuore rivelatore di Edgar Allan Poe? Howl augura a questi furfantoni la stessa sorte.

Urca, abbiamo ospiti! Sono di sotto e si apprestano a salire. Hanno un'uniforme grigia e un basco verde. Howl si assenta un attimo, voi lo scuserete. Il tempo di trasferire il Dalì dai vicini e torna.

lunedì 17 maggio 2010

Quando i libri vanno a fare in cool

"Che cosa leggi?"
"Questo libro qui!"
"Com'è?"
"E' carta igienica!"
"Ah, pessimo!"
"No, è cool!"

Ogni qualvolta in Italia abbiamo rassegne letterarie e fiere del libro, ci sentiamo dire sempre le stesse cose. Che noi italiani leggiamo poco. E se uno straniero venisse da Howl a rinfacciarglielo? C'è poco da fare, Howl accetterebbe e incasserebbe il colpo. Sembra un pensiero banale, ma quando qualcuno - che sia un amico o un sapiente per contratto -, ci dice che leggiamo poco, ci dispiace. Per alcune persone è così, ed Howl confida sia lo stesso anche per voi. Il sentire che potremmo informarci o dilettarci di più tramite la lettura dovrebbe essere da stimolo. Ma per la maggior parte dei penisolani così non è.

Se è vero che leggiamo poco, cerchiamo almeno di quantificare quel poco. Non è difficile. L'ultimo responso ISTAT è stato chiaro: gli italiani leggono in media solo 3 libri all'anno. Praticamente per leggerne uno impiegano la bellezza di quattro mesi.

Il sospiro che avete emesso lascia intendere che il dato non vi piace. Howl non dissente. Proviamo a ragionare insieme sul perché di questo scarso risultato. I motivi che impediscono una sana fruizione della lettura possono perdersi tra le righe di quel che sarà detto, a meno che Howl non ragioni in modo sintetico.

La cosa più sconvolgente è che tutto potrebbe essere dovuto alla mancanza di curiosità. Secondo Howl, ma soprattutto secondo alcune eminenze della cultura, tutto nasce un po' dall'interesse che si ha verso qualcosa. Se quel qualcosa non interessa, lo si ignora. Non si hanno stimoli nel seguire le vicende del personaggio di quel romanzo, di cui non si apprezza la bontà dello scritto in sé, dunque, perché mai leggerlo?
Un altro motivo della poca lettura, che Howl interpreta più come una scusa, è la mancanza di tempo. Ho tante cose da fare, non posso mettermi a leggere. Di solito per le cose che amiamo uno spazio lo troviamo sempre, anche se è necessario sfidare le leggi della fisica.
Terzo fattore, di cui poco si parla, è la concorrenza che lo scritto cartaceo ha nell'era della televisione e di internet. Bisogna spartire la torta. Notizie e racconti brevi si trovano anche in rete - tra poco si diffonderanno gli e-book - e soprattutto l'italiano rimane pur sempre un animale del tubo catodico. Ai libri e ai giornali, insomma, si preferiscono internet e tv. Sociologia croce mia... Ciò meriterebbe un resoconto a parte, dacché in merito ci sono conclusioni sia positive sia negative.

Ma torniamo al motivo per cui poco sopra avete sospirato. Gli italiani, si diceva, non sono così attratti dall'oggetto libro. In Giappone, per suscitare la curiosità dei lettori, si sono inventati un nuovo formato che non si può non usare almeno una volta al giorno. Un nuovo tascabile? No, un nuovo avvolgibile: la carta igienica!

L'iniziativa è reale ed ha avuto anche successo. Parliamone concedendoci un sorriso. Lo scrittore di thriller Koji Suzuki ha pubblicato il suo nuovo libro su carta igienica. Per sperimentarla, all'inizio è stata messa nei bagni pubblici di Tokyo. Geniale, no? Fare leva sui bisogni "di prima necessità" dell'uomo ha sempre successo. Uno va in bagno e nel bel mezzo della catarsi viene colpito dalle formicolanti... parole, stampate e in bella mostra sul rotolo di carta. La curiosità "stimolata nella stimolazione" è sicuramente virtuosa, ma Howl vi prega di non immedesimarvi troppo...

Il cartellaio non è in grado di farvi sapere in quali punti vendita - o in quali scaffali - il libro igienico è stato collocato. Certo è che l'operazione di marketing è stata molto arguta. Quelli della casa editrice Hayashi Paper lo sapevano bene, e Drop, questo il titolo del libro pubblicato ormai un anno fa, ha avuto buoni risultati di vendita. L'autore, Suzuki, per dovere di cronaca howliana, è quello di Dark Water e Ring, da cui sono stati tratti dei film.

Potremmo anche noi andare in bagno, magari in un futuro non troppo lontano, e trovare l'ultimo best seller a portata di mano. La strategia potrebbe funzionare anche qui. A detta di Howl, però, ciò è applicabile solo ad una letteratura facilmente fruibile. Leggere su un formato del genere, per dire una banalità, è molto scomodo. Se volete fare le cose seriamente non potete prescindere dal buon vecchio olezzante volumino. Il libro igienico, con tutto ciò che ne comporta, più che altro è solo un oggetto, come dire, cool?

***
"Che cosa leggi?"
"Quello che mi consiglierai."

Dipende sempre tutto da noi stessi, da quanto siamo disposti ad incuriosirci, dal modo col quale guardiamo - in questo caso leggiamo - il vecchio e il nuovo. Ad ogni modo Howl vi invita, guarda caso, alla lettura. Cercate quello che vi piace. Evitiamo che i libri vadano a fare in cool. Compriamoli, scambiamoli. Se proprio siamo avari lasciamo che ce li regalino, e vedrete che la cultura non andrà a rotoli.

domenica 16 maggio 2010

Più che CASTA è soprattutto un COSTO

Oggi il Cartello si ferma in Parlamento. E più precisamente sui famigerati costi della politica.
Howl non intende allargare il discorso alle influenze indirette, alle tangenti, ai contributi dai privati ecc. ecc., bensì vuole parlare del costo netto che i parlamentari italiani rappresentano per questo paese.
Si ferma qui poiché è di attualità la proposta di tagliare del 5% lo stipendio dei parlamentari. Eppure nessuno si è preso la briga di spiegare a quanti euro, concretamente, ammonta questa percentuale.

Partiamo da un dato di fatto: i parlamentari italiani sono i più pagati d'Europa. Ognuno prende quasi 150 mila euro l'anno. E' solo una media, perché i deputati prendono un po' meno e i senatori qualcosa in più.
Per fare una comparazione degli stipendi annui percepiti dai parlamentari degli altri paesi europei basta dare un'occhiata a questa lista.

- Olanda  85.000
- Germania  84.000
- Irlanda  82.000
- Grecia  68.000
- Francia  63.000
- Svezia  57.000
- Spagna  35.000
- Polonia  7.500

Ma parliamo dei parlamentari della nostra penisola. Vediamo in che modo arrivano a percepire quasi 300 milioni delle vecchie lire. Nella famigerata somma sono compresi:
- Una diaria mensile di 4.000 euro e spiccioli per il soggiorno a Roma. Questa diaria viene ridotta di 205 euro per ogni assenza alle sedute del parlamento che prevedono una votazione. Considerate che è sufficiente prendere parte almeno al 30% delle votazini di quella giornata, per essere considerati presenti. Pensate, potreste andare a lavorare, timbrare il cartellino, farvi il 30% della giornata lavorativa e prendere comunque l'intero stipendio. Fantastico!
- Un rimborso mensile di 4.100 euro, erogato, forfettariamente e tramite i loro gruppi parlamentari, per le spese riguardanti il rapporto tra eletto ed elettori. In pratica lo Stato dà soldi a chi è eletto, per fare in modo che venga rieletto... In teoria un parlamentare dovrebbe essere rappresentante di tutto il popolo e non solo di chi lo ha eletto.
- 1.000 euro e spicci al mese per le spese di trasferimento dalla propria residenza al più vicino aeroporto (purché disti almeno 100 km), e altri 3.100 euro annui per le eventuali trasferte estere.
- 3.000 euro e spicci annui per le spese telefoniche.

Oltre a questo "stipendiuccio", ogni parlamentare ha i seguenti privilegi:
- Assegno di fine mandato. Ognuno versa in un fondo il 6,7% dell'indennità lorda. Al termine del mandato il deputato riceve l'80% dell’importo mensile lordo dell’indennità, per ogni anno di mandato effettivo.
- Assegno vitalizio. Si segue un sistema simile a quello applicato per calcolare l'assegno di fine mandato, ma viene accantonata una somma pari all'8,6% dell'indennità lorda. Il parlamentare riceve l'assegno allorché superi il 60° anno di età e non sia rieletto in Parlamento o al Parlamento Europeo. L'importo dell'assegno varia dal 25 all'80% dell'indennità parlamentare. Da notare che il vitalizio non è una pensione, pertanto è cumulabile con altre pensioni e forme di previdenza privata.
- Tessera che garantisce l'accesso gratuito a cinema, autobus, palestra, piscina, metropolitana, ferrovie e teatro. Inoltre a ogni deputato è garantita la famigerata autoblu con autista.

Howl si scusa di tutti questi numeri, ma è sicuro che il vostro dissenso dipenda più dalla loro grandezza, che dalla loro enunciazione. Ma vediamo di tirare le somme.

Il nostro caro Parlamento italiano è composto da 945 membri tra senatori e deputati. Considerando solo l'indennità (media) lorda annua spettante a ogni parlamentare, ed escludendo i privilegi sopra citati, l'Italia spende complessivamente 141.750.000 euro per loro. (150.000 euro x 945).
Bella sommetta!

Il taglio del 5% degli stipendi, invece, verrebbe calcolato al netto dell'indennità mensile, senza considerare le varie integrazioni per spostamenti, telefonate ecc.
Per ogni parlamentare l'indennità netta media è di 5.400 euro al mese, che si traducono in 64.800 euro l'anno.
Ne consegue che ogni anno per le indennità nette dei parlamentari vengono spesi 61.236.000 euro.

E' da questi 61.236.000 euro che va calcolata la riduzione del 5% proposta dal governo, la quale ammonterebbe a 3.061.800 euro (per comodità Howl ha calcolato questa percentuale sulla somma totale delle indennità).

Tagliando gli stipendi dei parlamentari del 5% si risparmierebbero 3 milioni di euro su 141. Howl pensa che quei 3 milioni non dovrebbero essere la somma da decurtare ai nostri "poveri" parlamentari, ma piuttosto la somma totale con la quale stipendiarli. Insomma, 3.240 euro annui è un gruzzolo più che sufficiente per ogni nostro "rappresentante". Si tenga presente che ogni deputato non solo conserva il suo impiego, ma è anche eleggibile ad altre cariche istituzionali e non ha vincoli sul numero di volte che può essere eletto in Parlamento.

Come ben dice Beppe Grillo, e non solo lui, i parlamentari sono nostri dipendenti! Nessun dipendente prende più soldi del suo datore di lavoro!

sabato 15 maggio 2010

Tra privacy e bavaglio

In questi giorni è in discussione in Parlamento un controverso progetto di legge riguardante l'utilizzo, l'autorizzazione e la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche ed ambientali.
Il disegno di legge è stato già approvato in Senato e sta per essere discusso alla Camera.

Howl oggi pianta il suo cartello qui perché ritiene che poca informazione si stia facendo intorno a questo provvedimento che, di fatto, mette il bavaglio all'informazione e dà un considerevole aiuto a chi delinque.
Ma procediamo con ordine... Di cosa tratta questa legge?

Le intercettazioni, ad oggi, sono regolamentate dall'art. 266 e seguenti del codice di procedura penale, i quali stabiliscono che l'intercettazione di conversazioni o comunicazioni telefoniche sono possibili solo per alcuni reati quali: delitti non colposi per i quali è prevista la pena dell’ergastolo o della reclusione superiore nel massimo a cinque anni, delitti concernenti contrabbando, droga, armi, esplosivi ecc.
Essendo uno strumento di indagine che limita fortemente alcune libertà sancite in Costituzione, la procedura di autorizzazione delle intercettazioni è piuttosto articolata, ma scuserete Howl se non ve la espone in maniera dettagliata poiché ognuno di voi, seguaci del Cartello, può informarsi tramite la rete. Howl vi suggerisce, per iniziare, il link di wikipedia:

http://it.wikipedia.org/wiki/Intercettazione

Ciò che invece preme ad Howl è il chiarire gli aspetti riguardanti i mezzi di informazione.
Ad oggi, la pubblicazione delle intercettazioni poste sotto segreto non è consentita. Questo in teoria, poiché molte volte questa norma è stata ignorata. Tuttavia le intercettazioni non secretate possono essere diffuse a mezzo stampa. Sta poi alla deontologia, e si badi bene, non alla sola moralità del giornalista, scegliere quali informazioni pubblicare al fine di riportare la notizia. Purtroppo in Italia vi sono stati casi eclatanti in cui sono state pubblicate intercettazioni contenenti informazioni che non riguardavano reati, ma bensì comportamenti certamente riprovevoli, ma non illegali.
Ciò è evidentemente sbagliato sia dal punto di vista morale che professionale.

Tuttavia i benefici apportati dalle intercettazioni alle indagini delle forze dell'ordine sono assolutamente preminenti su questi casi di violazione della privacy. Si pensi ai traffici di droga stroncati intercettando il "corriere" e lo spacciatore o ai latitanti di mafia individuati partendo dalle loro comunicazioni con i famigliari.
Eppure il progetto di legge in esame in questi giorni in Parlamento stroncherebbe del tutto anche i benefici alle indagini. Seguite Howl mentre vi illustra questa diavoleria:

- Il testo prevede sempre l'utilizzo delle intercettazioni a una cerchia ristretta di reati come già accade adesso, e questa è cosa saggia.
- Prevede, però, che vi sia "presenza di evidenti indizi di colpevolezza" (e non di reato); ciò significa che se un pentito ti dice "Tizio fa il trafficante..." devi prima avere le prove che Tizio sia un trafficante e poi lo puoi intercettare. E' un concetto contorto... Se ho già le prove della colpevolezza cosa lo intercetto a fare?
- Le intercettazioni potranno durare al massimo 60 giorni, esauriti i quali non si potranno fare ulteriori intercettazioni su quel reato. Capite bene che è assurdo, poiché, se l'inquirente viene a conoscenza di un delitto il 60° giorno di intercettazione, non potrà più intercettare il sospettato.
- Le intercettazioni ambientali saranno possibili solo nei luoghi in cui si abbia fondato motivo di ritenere che si compierà il reato. Cioè, se si sta indagando su un traffico di droga e si vuol scoprire dove arriverà il carico di stupefacenti con un'intercettazione ambientale, tale intercettazione potrà essere effettuata solo nel luogo esatto in cui arriveranno i narcotici. E' contorto anche da spiegare...

Ci sono poi tutta un'altra serie di revisioni tecniche volte a rendere difficile anche solo la richiesta di effettuare delle intercettazioni.
Howl lascia a voi lettori le conclusioni su quanto detto sopra e si scusa per la faziosità dei commenti.

Oltre ai vincoli tecnici però, questa normativa abbatterebbe una larga parte del diritto all'informazione. Infatti si specifica che è fatto divieto agli editori di pubblicare non solo le intercettazioni coperte da segreto, ma anche quelle non secretate! Non si potranno pubblicare, né riportare stralci o parafrasare passaggi di intercettazioni; ma soprattutto non si potranno riportare informazioni riguardanti l'avvio di indagini (non procedimenti giudiziari, indagini) a carico di nessuno. Se questa legge fosse in vigore già oggi, non si saprebbe nulla del "caso Scajola, né della famigerata lista Anemone ecc. ecc. Gli editori dei giornali che violeranno il divieto di pubblicazione saranno puniti con multe fino a 465mila euro e per i giornalisti che violino la norma è previsto l'arresto fino a 30 giorni o l'ammenda fino a 5mila euro o fino a 10mila se si tratta di intercettazioni.


Howl spera di essere stato chiaro nell'esporre quanto previsto da questo progetto di legge e spera che siate rimasti sconvolti come lo è rimasto Howl.
Per quanti siano contro questo decreto Howl consiglia il link www.nobavaglio.it
Per quanti siano a favore di questo decreto, Howl non è riuscito a trovare un sito che sostenga il progetto di legge, ma invito quanti siano favorevoli a trovare un sito pro decreto e a contattare Howl di modo che possa inserire in questo articolo il link e rendere equo lo scambio di opinioni. Grazie.

venerdì 14 maggio 2010

The Rainmaker - La danza della pioggia

Che bel suono che fa la pioggia. Quando non fa troppo forte però. Scongiuriamo i monsoni, sempre. Un gran bel sonoro, e non c'è rappresentazione onomatopeica che tenga. Quasi quasi Howl chiama una pioggerìa per ordinare una porzione di nuvola. Fantascienza o follia howliana? Fate voi, ma sappiate che queste stralunate parole hanno un fondo di verità!

Un giorno saremo in grado di far piovere a nostro piacimento?
La risposta è si, potremmo. Ma senza danza della pioggia.

Il controllo sul tempo atmosferico è un sogno dell'uomo, da tempo immemore. Negli anni '20 alcuni scienziati hanno messo a punto la tecnica dell'inseminazione artificiale delle nuvole; il fatto suona "nuovo" anche oggi. La tecnica era questa. Tramite lo ioduro d'argento, cosparso in punti precisi, nel cielo si stimolava la formazione di nuclei di condensazione che avrebbero portato pioggia o neve. Gli esperimenti sono continuati specie durante la Guerra Fredda, quando le due superpotenze americana e sovietica facevano a chi controllasse meglio il tempo, per scopi militari. I risultati non sempre sono stati all'altezza della situazione. Meglio così forse. Ultimamente, invece, la stessa tecnica è stata usata a Pechino per far piovere prima della cerimonia d'apertura dei giochi olimpici.

Recentemente, alcuni bricconi dell'Università di Ginevra, però, hanno fatto di più. Sono riusciti nell'impresa di creare la pioggia. Tramite il laser. Vediamo com'è andata.

In un laboratorio, dopo avere ottenuto un livello di umidità prossimo alla saturazione, gli scienziati hanno bombardato le particelle di gas ottenute, con un potente laser, in modo da eccitarle. Praticamente si sono formati piccoli nuclei di condensazione e di conseguenza minute gocce d'acqua. Spettacolare, no? E se avessero provato a ripetere l'esperimento all'aperto, usando il laser contro le nuvole? Howl è sicuro di essere anticipato. Perché voi già immaginate che ciò è stato fatto.

Hanno bombardato il cielo sopra Berlino. Che non si creassero ambiguità storico-romanzesche, Howl intende dire solo che gli scienziati hanno usato il laser sopra la capitale tedesca, nulla più! Il risultato è stato appena percettibile, ma ugualmente significativo. Si sono formate particelle d'acqua invisibili all'occhio umano e la condizione della formazione nuvolosa è cambiata. Spettacolare. Ciò significa, spiegano gli scienziati, che un giorno potremmo essere in grado, bombardando una nuvola per chilometri, di innescare la pioggia!

Howl nel suo piccolissimo ha qualche perplessistà, dato che se piove la connessione a internet se la scorda. Ma si augura, per allora, di avere altri problemi francamente.

La creazione della pioggia non è la sola cosa che ultimamente hanno ottenuto con il laser. I campi di applicazione sono veramente tanti. Per esempio degli archeologi l'hanno utilizzato per fare la mappatura di una città Maya. Sorvolando l'area con un aereo, tramite la lettura col laser del suolo sottostante, hanno ottenuto con grande efficacia una mappa completa del sito. La cosa suona abbastanza incredibile, se si considera che il tutto è stato fatto in 4 giorni. Eccezionale se si pensa al fatto che in 25 anni nessuno fosse mai riuscito ad avere la mappatura del territorio, a causa della vegetazione che copre molte di quelle zone.

Per chi volesse saperne di più: www.corriere.it

Ci pensate quali effetti potrebbero esserci se l'uomo un giorno controllerà il meteo? Howl è caduto nel vortice. Sarebbe una rivoluzione per tutti. Pensate a quanto siano connessi inquinamento e condizioni atmosferiche. L'agricoltura sta cambiando già di suo, figuratevi che vantaggi o svantaggi avrebbe con un tempo controllato da qualcuno. E questo qualcuno, gli interessi di chi farà? Una nuvola d'acqua sarebbe salvezza per certi, dannazione per altri. Sarebbe un mondo distopico in cui governi e multinazionali hanno in mano il timone del tempo? Meditate.

Nel frattempo Howl nella sua mente si finge una nuova professione. Il piovitore. O Rainmaker, se amate la tipica atmosfera anglosassone.

giovedì 13 maggio 2010

La banconota fa l'uomo ladro...

Oggi era intenzione di Howl parlare del sistema di riciclaggio del denaro quando invece è incappato in questa notizia che l'ha sconvolto parecchiotto: "L'Inghilterra vieta la circolazione alle banconote da 500 Euro"...

La S.O.C.A. (Serious Organised Crime Agency, una specie di anti-mafia inglese) ha condotto un'indagine secondo la quale le banconote da 500 € sono usate soprattutto nelle transazioni e negli affari illegali.
Si stima che solo il 10% delle transazioni fatte con banconote di questo taglio sia da ricondursi ad operazioni legali.

La cosa non è di poco conto se ci pensate: in Europa sono state stampate 464 MILIONI di banconote da 500 euro, questo significa che ci sono in circolazione 232.000.000.000 di € in questo formato. Poniamo che in ognuno dei 27 Stati dell'Europa Unita ci siano in giro le stesse quantità di banconote (anche se oltre manica non hanno formalmente l'euro comunque ne girerà parecchio), questo significa che in Inghilterra ci saranno 17,1 milioni di pezzi da 500 euro, dei quali 15,3 saranno usati per affari loschi...

"Caspita!" esclama Howl! E dopo essersi stupito per 30 secondi si chiede: a cosa serve fare una banconota con il valore da 1 milione di vecchie lire? Non sarebbe stato più intelligente fare biglietti da 1 e 2 euro di modo da dare a questi un valore "psicologico" maggiore?
E' infatti dimostrato che gran parte della nostalgia nei confronti della cara vecchia Lira è dovuta alla sensazione che si spendesse di meno utilizzandola; tale sensazione è stata poi ricondotta, tra l'altro, al fatto che 1 e 2 euro sono stati fatti in formato di moneta, il che, agli occhi di chi era abituato ad usare monete che valevano molto meno, ha di fatto creato una forte impressione di "deprezzamento" della divisa europea.

Howl pensa che in questo caso avremmo dovuto prendere spunto dal caro vecchio Zio Paperone: lui non a caso teneva sotto chiave il suo preziosissimo "Numero 1"!

martedì 11 maggio 2010

Giocattoli di Arboform: bambole e robot biodegradabili

Suvvia, fate un salto nel passato. Howl si augura che sia per voi un tempo non troppo lontano. Ricordate i giocattoli che avevate da piccoli? Videogiochi, modellini di robot, bambole, macchinucce e così via. Belli, no? Sicuramente ne ricorderete anche colori ed odori. Sono evocazioni che per forza di cose si stampano nella mente di ognuno. I giocattoli di oggi sono fatti di materiali forse non troppo dissimili da quelli di un tempo. Howl non parla dell'800, quindi pensa che abbiate avuto a che fare comunque con giocattoli di plastica. Ma l'uomo che ruggì dal futuro dice ad Howl che i giocattoli venturi saranno fatti di materiali diversi. Howl è certo che ciò non vi stupisce. Bene, vediamo di cosa si tratta.

In questi giorni il Cartello si è piazzato sul tema energie rinnovabili. Come sapete, anche alcuni materiali sono rinnovabili.
I materiali biodegradabili sono un calcio di rigore contro l'inquinamento, ne sentiremo sempre più parlare per fortuna. Altri materiali sono riciclabili - che non è proprio la stessa cosa -, ed Howl oggi vi vuole parlare di un esempio particolare.

Un anno fa è stato messo a punto un materiale inedito nella storia della chimica: l'Arboform. Si tratta di un'alternativa "verde" alla plastica, essendo completamente biodegradabile.
I tedeschi Jürgen Pfitzer e Helmut Nägele, dell’istituto Fraunhofer per la tecnologia chimica, con questa meravigliosa soluzione hanno vinto il premio Inventore europeo 2010, nella sezione "ricerca".

Ma che cos'è, e di che cosa è fatto l'Arboform? Spendiamo due parole. L'Arbofom si ottiene dalla lignina, un gruppo di composti chimici che si trovano proprio nella parete cellulare del legno. Insomma, si tratta di vero e proprio legno liquido, che una volta estratto, tramite un processo di solidificazione diventa "simile" alla plastica. Ma si parla pur sempre di legno: liberarsene non comporta nessuna preoccupazione, visto che si decomporrà in modo del tutto naturale.

La produzione di questa sostanza biodegradabile ridurrà in futuro la nostra dipendenza dal petrolio, dal quale si ottiene la vecchia plastica che conosciamo e che potremmo non più usare.
E' ottenibile anche riciclando dalla carta, dato non trascurabile. Il campo di applicazione di questo materiale esiste già. Molti interni e cruscotti di macchine sono fatti di Arboform, e proprio in questo momento alcuni giocattoli iniziano ad essere costruiti in tal modo. Con l'Arboform, inoltre, si possono costruire i gusci di telefonini, computer e televisori, insomma tutto quello che siete abituati a immaginare di plastica.

Howl dimenticava un fatto importante: per fare tutto questo non è necessario abbattere neppure un albero. I seguenti link per chi volesse saperne di più:

futuroXtutti
www.genitronsviluppo.com
www.ecoblog.it

Howl vi invita di nuovo a rammentare i vostri amati giocattoli, in modo tale che potrete spiegare ai vostri figli che quelli di una volta avevano un sapore diverso. Howl, inoltre, esprime tutta la sua solidarietà alle future Barbie che saranno rinchiuse in barattoli d'acqua.

lunedì 10 maggio 2010

Un grosso rubinetto è meglio di mille zampilli?

Il rapporto costo/benefici è ciò che contraddistingue la nostra vita.
Ogni azione intrapresa dall'uomo, che non sia mossa da motivi sentimentali, deve attenersi a un semplice ragionamento: quanta fatica faccio per ottenere un dato obiettivo? Cosa ne guadagno dal raggiungimento di questo obiettivo?
Per le azioni di ogni singolo la risposta a queste domande è quasi sempre soggettiva e in quanto tale (quasi) insindacabile.
Quando queste domande vengono poste per analizzare un bene pubblico, invece, la domanda non deve essere soggettiva, ma deve attenere a dati certi e possibilmente deve corrispondere ad un progetto prestabilito.

Howl continua con l'analisi delle fonti energetiche disponibili muovendo da questo concetto: c'è davvero necessità di costruire nuove centrali?
Howl cerca di procedere con ordine.

Partiamo dal nucleare: quanto costa una centrale? Per costruire una centrale nucleare si spendono in media (dipende da quali fonti si prendono come riferimento) 250/350 milioni di euro e si impiegano (sempre in media) 10/15 anni per costruirla.
Ogni anno una centrale a fissione necessita di circa 150/200 tonnellate di uranio naturale, che attualmente sul mercato è quotato circa 150 $ al kilogrammo. Questo significa che ogni anno si dovrebbero acquistare 30 milioni di dollari di uranio per ogni centrale nucleare.
I costi di smantellamento di una centrale si aggirano intorno ai 550/750 MILIONI di dollari. Dipende dalla tecnologia utilizzata per costruirla e dallo stato dell'impianto. Va fatto notare che una centrale prima o poi deve essere smantellata perché le necessità di sicurezza non consentono a un impianto nucleare di essere "rattoppato".
I costi di smaltimento delle scorie nucleari non sono noti, né tanto meno lo è il costo del loro impatto ambientale, se si dovesse verificare un qualsiasi incidente grave.
In ogni centrale lavorano 100/150 dipendenti, ognuno con uno stipendio variabile, ma Howl ritiene di non dover tenere nel novero dei costi l'onesto lavoro di qualsivoglia persona rispettosa delle leggi.
Una centrale, tirando le somme, ci può costare più di un miliardo e mezzo di euro... Tuttavia, può produrre anche 1,5 gigawatt di potenza, ossia 1500 megawatt, 1,5 milioni di watt, attestando il costo medio per ogni kilowatt ora intorno agli 0,03 €. Solo le centrali a carbone e quelle idroelettriche consentono un costo minore che si aggira intorno agli 0,02 €.

Ora passiamo ad un esempio di energie rinnovabili: i pannelli fotovoltaici.
Un pannello a energia solare costa in media 12/15 mila euro.
In media gli impianti domestici producono 2,5 kilowatt sfruttando 25/30 metri quadrati di superficie. Molto comunque dipende dalla tecnologia utilizzata.
I costi da sostenere, una volta ammortizzato l'investimento iniziale, sono solo quelli di pulizia e manutenzione ordinaria del pannello.
Tuttavia, a conti fatti, il costo per ogni kilowatt prodotto col solare si aggira intorno agli 0,50 € e l'impianto può essere utilizzato solo in giornata soleggiate.

Ora, alla luce di queste informazioni, ponetevi la seguente domanda: per riempire una vasca si ha per forza necessità di aprire un grande rubinetto? Oppure si possono utilizzare migliaia di zampilli? E ancora: se la vasca ha dei buchi, cosa è meglio fare? Aprire di più il rubinetto o tappare prima le falle?
Rapportate queste domande alla questione energetica: se ogni casa in costruzione in Italia fosse dotata di impianto fotovoltaico, magari coadiuvato da un impianto mini-eolico o mini-geotermico (nei prossimi post Howl illustrerà il funzionamento di questi ultimi) cosa accadrebbe? Se ogni edificio fosse progettato al fine di ottenere la massima efficienza energetica, quanta energia si risparmierebbe? E non si parla di cifre stratosferiche! Una casa ecosostenibile costa il 10/15 % in più di una casa di pari metratura costruita con tecniche convenzionali; il discorso è che quella ecocompatibile non ha praticamente costi energetici! Immaginate quanti soldi risparmierebbe la vostra famiglia non pagando la bolletta della luce... Ora moltiplicate per 60 milioni di cittadini italiani.
Questo è il vero rapporto costo/beneficio!

Non si ha necessità di costruire nuove centrali elettriche, si ha necessità di ripensare l'utilizzo che facciamo dell'energia. Se si ha necessità di illuminare una stanza perchè utilizzare una tecnologia che consuma 100 watt, quando posiamo usarne una che ne utilizza 15?

domenica 9 maggio 2010

Nucleare: e se fosse inutile?

Nucleare, non nucleare. A voi l'ardua sentenza. Come sapete, in un futuro abbastanza prossimo anche l'Italia si doterà di centrali nucleari. Logicamente ognuno di voi ha la sua idea in merito, favorevole o sfavorevole che sia. I meno interessati guardano queste cose da un oblò, e dicono "non me ne intendo, quindi non so". Urca, dovremmo iniziare ad intendercene un po', perché il futuro prossimo è un tempo molto simile al presente.

Oggi, infatti, Howl il cartello errante lo piazza qui. Perché in questa zona dovrebbesi, a suo avviso, meditare. La domanda più semplice da cui iniziare è la seguente: ma questo nucleare, a che serve? Beh, a produrre energia, potrebbe rispondere uno. E per produrla, dice Howl, serve fare la fissione del nucleo? A questo punto quell'uno, se ha fantasia, potrebbe rispondere che rendere "fesso" il nucleo è necessario se si vuole avere una certa quantità energetica. In tal caso Howl risponderebbe che gli italiani non vorrebbero, o almeno, non dovrebbero, fare la stessa fine di quel nucleo fesso.

Dove vuole arrivare Howl? Al fatto che, udite udite, le centrali nucleari potrebbero essere inutili. Nel senso di non utili, né più né meno. Poco fa il Cartellaio Matto era sul blog scientifico di Repubblica online, e leggeva un articolo di Valerio Gualerzi in merito.

http://gualerzi.blogautore.repubblica.it/

Parrebbe che il mondo, da qualche anno avanti in poi, potrebbe cavarsela anche senza centrali nucleari. O almeno senza l'aumento di esse. Con questo Howl non vuole schierarsi necessariamente a sfavore delle stesse, ma solo riportarvi una notizia, un dato numerico, molto significativo. Nell'anno di gloria 2030, le fonti di energia rinnovabili potrebbero produrre dal 39 al 45% dell’elettricità consumata. Energia solare, eolica e affini, funzioneranno meglio, e se lo vorremo, avranno grandissima diffusione. La crescita dei consumi energetici, inoltre, dovrebbe arrestarsi e diventare decrescita. E' un dato abbastanza incredibile, ma qualche scienziato che ne sa più di Howl sostiene questo. Perché dovrebbe essere così? Perché l'ottimizzazione di elettrodomestici, computer e marchingegni vari, dovrebbe portare ad una minore domanda di energia elettrica degli stessi. In parole povere, gli elettrodomestici dovrebbero consumare meno. Howl potrebbe anche tirar fuori numeroni, rapporti tra la crescita della popolazione mondiale e fabbisogno di energia, ma vi risparmia tutto quello che troverete, più comodamente e autorevolmente, nel link di cui sopra.

Gli scienziati si dividono sul reale futuro andamento dei consumi energetici. Effettivamente non possiamo sapere con certezza se il dispendio energetico effettivamente diminuirà. Quello su cui concordano tutti, però, è che le energie pulite subiranno un'impennata non indifferente. Tutto sta nel vedere se politici e multinazionali saranno d'accordo nell'investire in questa direzione. Questo sta anche a noi. Deve essere il cittadino a far pressione, affinché il rinnovabile sia meritatamente considerato.

Howl vi assicura che tornerà a piantare il suo cartello da queste parti. Nel frattempo va a tentare di convincere Don Chisciotte a lasciare in pace i mulini a vento.

sabato 8 maggio 2010

...un pò come leggere senza sapere l'alfabeto

In questi tempi di crisi finanziarie, crisi monetarie, crisi economiche e crisi d'ingenuità (ma non d'identità), Howl si è reso conto che molti parlano di mercati, azioni, obbligazioni, rating e paroloni tecnico-economici, ma che nessuno poi va a spiegare cosa significano.
E' un po' come chiedere a qualcuno di leggere qualcosa, senza prima spiegargli quali sono le lettere dell'alfabeto!
Se permettete ad Howl la presunzione di voler spiegare, a lor signori, di cosa si parla in questi cupi momenti economici, continuate nella lettura di questo post. Altrimenti Howl porge le sue scuse e vi invita a trovare la prossima locazione nella quale il cartello si fermerà, o magari si è già fermato.

Si parla ultimamente del potere enorme che esercitano le agenzie di rating. Ma cosa sono queste agenzie di rating? Ancora: cos'è il rating? E perchè servono delle agenzie per assegnarlo?
Visto che l'ovvio non lo controlla nessuno, Howl è andato a sbirciare...

Il rating è un sistema di classificazione del rischio dei titoli obbligazionari.*

Il giudizio di rating si esprime con un valore in lettere, dal migliore AAA al peggiore C o D, e dipende dall'agenzia a cui si fa riferimento. Influisce sulla differenza tra il rendimento atteso e il tasso d'interesse privo di rischio della società in oggetto. In parole ancor più povere: migliore è il giudizio di rating, e minore è la probabilità che la società su cui il voto è espresso risulti insolvente.
Il rating quindi è un "termometro" che misura la solidità di una società quotata in borsa, cioè la sua capacità di ripagare i debiti. Questo influisce particolarmente sulla fiducia che gli investitori riporranno nelle società in questione.
 
Facciamo un esempio. La ditta X è quotata in borsa. X ha un rating A. Se il suo rating viene abbassato a BBB, i tassi di interesse applicati dalle banche ai suoi prestiti verranno ritoccati verso l'alto, perché la ditta X viene ora vista come meno "sicura", e probabilmente per far fronte a tali oneri la X si vedrà costretta a "batter cassa", ad esempio vendendo dei beni.
Di contro, se il rating di X fosse alzato ad AA questo verrebbe giudicato dal mercato come un segno di rafforzamento strutturale della ditta X. Di conseguenza i tassi di interesse applicati dalle banche potrebbero diminuire, gli investimenti fatti dagli azionisti verrebbero valutati come più sicuri, e in ultima analisi si avrebbe un aumento di investimenti sulla ditta X.
Ben capite che il giudizio di rating è di un'importanza colossale! Ma su questo torneremo più in là...

Il giudizio di rating è assegnato da agenzie private che svolgono questo compito a pagamento (chi l'avrebbe mai detto! ahah) e attualmente ne esistono tre: Standard & Poor's, Moody's e Fitch Rating. Queste agenzie avviano uno studio sulla società su cui emettere giudizio, e infine un organo collegiale stabilisce il rating. Il rating può essere pubblicato o tenuto riservato, ma dall'emissione di giudizio in poi l'agenzia terrà sotto costante monitoraggio la società su cui ha emesso il suo voto.

Dopo questo spiegone tecnico vengono le considerazioni: essendo il rating così importante le agenzie che lo stabiliscono hanno praticamente potere di vita e di morte sul mercato azionario. Se le agenzie, per un motivo o per un altro, dovessero sbagliare nell'esprimere un giudizio su uno Stato o su una grossa società, potrebbero mettere in ginocchio migliaia di investitori. E' un po' quello che sta succedendo in Spagna: il mercato ha investito molto nel debito del paese, ma qualche giorno fa le agenzie di rating hanno abbassato il loro giudizio mettendo in crisi l'economia spagnola... Il tutto con evidenti ripercussioni sull'economia reale dei sudditi di Re Juan Carlos...

Howl spera di essere stato chiaro nell'esporre un argomento così complesso ma estremamente importante.
Giustificherete Howl se ha omesso lunghi e noiosi passaggi tecnici, ma oggetto di questo post è quello di fare chiarezza e non di essere puntiglioso.

*I titoli obbligazionari vengono chiamati più semplicemente obbligazioni o bond, ossia un titolo emesso da società o enti pubblici che danno diritto a chi li acquista di riscuotere un capitale sommandovi un'interesse.

venerdì 7 maggio 2010

Digital divided: la connessione che non funziona quando piove

"Esci stasera?"
"Non posso, al momento non ho le scarpe!"
"Dove sono finite?"
"Le ho smarrite su Marte!"

Vi è mai capitato di non poter fare una cosa per un motivo che non potete spiegare in modo credibile? Sicuramente si, anche se a livelli più sobri. Ma lasciate perdere gli agenti Mulder e Scully. Gli alieni non c'entrano. Almeno credo. Ecco di cosa sta per parlarvi Howl: della sua esperienza di digital divided. Orbene, Howl confessa che vorrebbe essere lì con voi in questo momento, per vedere la faccia che farete leggendo la prossima frase.

La connessione di Howl funziona, solo se non piove. Avete capito bene. Vi immagino chiaramente, avete quell'espressione in bilico tra il serio ed il faceto. Ma non siete sull'orlo del precipizio, la scelta non comporta conflitti. Abbandonate pure quel broncio da stupore metafisico, e concedetevi una grossa risata. Sareste in tal caso sicuramente più compassionevoli e solidali nei confronti di Howl. Che vi scrive off-line, perché stamattina ha piovuto.

Per quelli fra voi che conservano ancora l'espressione di stupore, Howl cerca di spendere due parole, spero senza annoiare. Le cose stanno così. Howl vive in un posto da romanticismo tedesco, non solo per la bellezza dei paesaggi, ma per la lontananza tra una centralina telefonica e l'altra. E la linea è molto più vecchia di lui, per usare un eufemismo. Questo significa che il cavo è leggermente menomato, vittima della feroce erosione del nostro tempo. Ad Howl si erode il fegato, alla linea si erode il cavo, per intenderci. Quindi, succede che appena pioviccica, le gocce penetrano nei punti di giuntura del cavo, e la connessione non funziona. Tutto qui.

Nel corso dell'ultimo anno si sono succeduti i migliori e i peggiori tecnici di quella compagnia telefonica che potreste conoscere. Ha il logo rosso, e si contatta tramite il 187. Abbiate a scusarlo se Howl non fa il nome della compagnia, ma vuole mantenere il riserbo più assoluto, per non far sapere al mondo che la Telecom è un pugno nell'occhio di un cieco. Sono venuti i tecnici, si diceva, e hanno tutti deliberato per la sostituzione di 500 metri di cavo. Secondo voi come è andata a finire?

E' andata a finire che quel cavo non gliel'hanno mai cambiato. Howl vede nitidamente che ciò non vi stupisce. Howl è con voi.

Cambiare 500 metri di linea costa troppi soldini. E la casa di Howl è l'ultima del cordone. Per intenderci, non ci sono case, dopo quella di Howl, che usufruiscono del telefono. Significa che la compagnia di cui non intende fare il nome, non avrebbe convenienza economica nell'affrontare una spesa del genere, solo per una casa. Che poi non si tratterebbe nemmeno della Luna...

In ogni caso, senza il briciolo di un bit in saccoccia, Howl attende che si asciughi la linea per tornare a parlare con voi. Qualora aveste del tempo libero che non sapete come impiegare, Howl vi invita al suo domicilio, per una sessione di "asciugamento della linea". Gli asciugamani sono offerti dalla casa. Howl stava infatti pensando ad una promozione: "mi asciughi la linea e ti tieni l'asciugamano". Che ne dite? Tranquilli, non dite niente. So già come andrà a finire. L'iniziativa, ed è giusto così, avrà lo stesso successo di una linea corrosa in un giorno di pioggia.

giovedì 6 maggio 2010

Non si butta via niente!

Premessa 1: scopo di questo post non è quello di raccontarvi l'intera storia, ma solo di mettervi la pulce nell'orecchio.
Premessa 2: questo post Howl si permette di catalogarlo sotto l'etichetta "l'uomo che ruggì dal futuro" perché secondo Howl è una di quelle idee talmente "avanti" che può essere assimilabile a una scoperta scientifica.

La nostra è una società consumistica. Nessuno può contraddire questa semplice affermazione.
I supermercati sono progettati, concepiti al fine di invogliare l'acquirente a comprare quanti più articoli possibile e a tal fine si utilizzano tutta una serie di escamotage che il cliente percepisce più o meno a livello consapevole. Ad esempio i generi di prima necessità non sono mai messi vicino all'ingresso: il cliente è così costretto a girare per i reparti in cerca degli articoli "necessari" passando davanti a una miriade di robbba che lui magari non aveva intenzione di comprare ma visto che c'è...
Lo stesso discorso vale per l'altezza a cui sono disposti i prodotti: quelli più facilmente smerciabili difficilmente sono ad altezza d'occhio, così il cliente è costretto a cercare anche tra gli scaffali.
Oltre a ciò si tenga conto che nei supermercati ciò che non è in condizioni perfette viene scartato: una scatola con un'ammaccatura non è più vendibile quindi finisce nella spazzatura. Stesso dicasi per frutta, verdura e per qualsiasi altro alimento.
Idem se un alimento sta per scadere (in genere entro un paio di settimane): l'alimento è ancora buono ma lo si getta via perchè nessuno lo comprerebbe.

Seguendo questa logica solo in Italia si gettano migliaia di tonnellate di alimenti ancora perfettamente commestibili.
Ma c'è chi è riuscito a intravedere una soluzione a questo problema trasformandolo in una risorsa per le persone che hanno bisogno di aiuto.
La facoltà di Agraria di Bologna qualche anno fa ha dato vita al progetto Last Minute Market, un'iniziativa che si occupa di organizzare il  recupero e la redisctribuzione a enti assistenziali e di carità di cibo, medicinali e libri che altrimenti sarebbero destinati alla discarica.
Come? Beh per i dettagli tecnici Howl vi rimanda direttamente al sito dell'iniziativa:

http://www.lastminutemarket.org

Howl si augura solo di aver suscitato il vosto interesse nei riguardi di un'impresa così lodevole e spera che questa possa avere un futuro luminoso e una crescita assicurata

mercoledì 5 maggio 2010

Il vostro futuro clinico? Sulla vostra DNA Card!

Vivere senza sapere. Se ci pensate è la nostra condizione. Fermatevi un istante, ipotizzate quante connessioni possibili ha il nostro cervello. Tantissime. Potessimo quantificare i dati immagazzinati in esso, verrebbe fuori un numero ipotetico infinitamente minore, rispetto ai miliardi di cose che nel mondo possono essere sapute. Ma Howl non vorrebbe parlare troppo di questi fatti, preferisce lasciare le questioni neurologiche a quanti di voi ne sanno più di lui. Perché Howl non potrebbe mai fare una stima numerica, non saprebbe pesare il saputo e il non saputo.

Tra le cose che non sappiamo e che un giorno potremmo sapere, ce ne sono anche riguardo la nostra salute. Molti di noi ereditano noie patologiche e difetti dai propri avi, come ci insegna la scienza. Sappiamo, quindi, che quel carattere o quella malattia possono essere un lascito di qualche nostro famigliare. Ebbene, da oggi, potremmo saperne molto, moltissimo di più.

Alcuni scienziati americani hanno sequenziato il genoma di un uomo sano di 40 anni, per la prima volta nella storia. Howl leggeva ciò su Repubblica online. Sapete cosa significa? Tante cose. Una su tutte, che quell'uomo "sano", sulla mappatura del suo DNA ha potuto leggere quali potenziali malattie un giorno potrebbe avere. Incredibile. Facciamo un esempio. Stephen Quake - questo è il nome dell'uomo - è venuto a sapere che probabilmente sarà colpito da infarto del miocardio, di avere una predisposizione all'obesità, di essere, ahilui, terreno fertile per diversi tipi di cancro. E pensare che è un uomo sano!

A condurre lo studio con successo, sono stati scienziati della californiana Stanford University. E hanno fatto anche di più. Pare abbiano messo a punto una "card" nella quale registrare i dati significativi della mappatura del DNA. Avete capito bene! Hanno inventato la DNA Card! Strabiliante. Un giorno tutti potremmo averne una, quando i costi diventeranno accessibili. Ad ora quei bricconi della Standford sono in grado di individuare ben 55 malattie possibili, tante sono quelle leggibili sulla mappatura del genoma.

Ci pensate all'effetto psicologico che avremmo nello scoprire il nostro futuro clinico? Questa è la questione. Uno magari non ha malattie nè noie fisiche, si sente in forma ed in pace con se stesso. E se poi questo qualcuno scoprisse che ha il 90% di possibilità di ammalarsi di una malattia grave? E quando verremmo a conoscenza anche del momento in cui tale patologia si paleserà? La vita di quel qualcuno, come la vostra o quella di Howl, sarebbe sicuramente rivoluzionata. Una pozzanghera di depressione potrebbe pioverci addosso svoltato l'angolo. Che brutta immagine. Howl si scusa, torna sui propri passi. Howl torna saggio e pensa, invece, a quanti effetti positivi ci potranno essere. Sicuramente tanti. La prevenzione innanzi tutto, no? Non è poco. Se sappiamo che nel momento X arriverà l'onda anomala, magari possiamo costruire per tempo l'argine di contenimento. Bene.

In ogni caso, da noi la DNA Card arriverà tra un bel po' di tempo. Ma forse è il caso di iniziare a pensarci. Prima o poi ci troveremo nella biforcazione. Cosa faremo? Prenderemo il sentiero già battuto, del "non vedo, non credo", del non sapere a prescindere, oppure imboccheremo la via che conduce all'oracolo?

martedì 4 maggio 2010

Beata ignoranza!

"Non si possono fare processi mediatici in televisione!", tuona uno;
"La privacy è un diritto sacrosanto che i giornali non devono violare!", gli risponde l'altro;
"E' un'indecenza che sui giornali si leggano peste e corna di un povero cristo!", gli fa eco il compare...
 Belle fregnacce se pronunciate da dei parlamentari!
I politici italiani (ma anche quelli di altri paesi) devono essere persone TRASPARENTI. Non dovrebbe esserci neanche l'esigenza di intercettarli/indagarli perché dovrebbero essere un esempio di rigore morale. Non a caso il termine "candidato" deriva dall'uso di tuniche bianche che gli antichi romani dovevano indossare quando si presentavano alle "elezioni"; servivano a dimostrare al popolo di essere senza macchia.
Oggi i politici dovrebbero vestirsi tipo Arlecchino, sia perché sono diventati delle macchiette (passate ad Howl il gioco di parole), sia perché i loro peccati sono sconfinati.

Ma Howl è uomo, donna, bambino di mondo! Sa che nessuno è senza macchia. E se chi è senza peccato può scagliare la prima pietra, allora le pietre rimarranno salde a terra.
La questione da dirimere è questa: fare ricerche su di una persona al fine di scoprirne le magagne è attività deplorevole?
 Infatti è questo che i nostri/vostri rappresentanti politici non hanno afferrato: fare un'inchiesta giornalistica su di un politico non è un delitto, così come pubblicarne i risultati non è un processo mediatico: se un personaggio pubblico, investito del potere di governare su milioni di italiani, nasconde aspetti oscuri o quanto meno poco chiari della sua vita, è DOVERE di un giornalista (e delle autorità giudiziarie) INDAGARE.
Il Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi ha poco fa commentato in tono ironico, riguardo all'affaire Scajola: "Come gli italiani ben sanno, in Italia c'è fin troppa libertà di stampa!".
Howl si permette di dissentire... Con il progetto di legge sulle intercettazioni che l'attuale governo sta portando avanti non si potranno più riportare né parafrasare frasi e fatti riguardanti un'indagine giudiziaria in corso; non importa se questi siano o no coperti dal segreto. Nessun mezzo di informazione potrà dire "Tizio è accusato di aver rubato!".
Secondo Howl questa si chiama MAFIA.

Il processo mediatico è una sciocchezza. Se non si ha nulla di cui doversi vergognare, si affrontano le menzogne a testa alta. Evidentemente per molte figure pubbliche italiane ciò non corrisponde a verità.

Il Museo delle curiosità, esiste!

Uno va in un museo e si aspetta di trovare quella cosa. Va in un altro museo e sa di trovare l'altra. Ma dove dovrebbe andare uno, se volesse trovare quello, ma anche quell'altro? Non abbiate a capir male, il museo "ideale" non esiste. Che poi, cos'è il museo ideale? Ogni museo è museo! Comunque, Howl vi suggerisce un museo davvero "curioso", dove veramente potreste trovare cose diverse. Diverse tra loro, e diverse nel senso che forse non le trovereste altrove. Squillino le trombe, venghino signori venghino al... Museo delle curiosità!

Che cos'è il Museo delle curiosità? Provate a pensare. Immaginate una cosa strana, ed interrogatevi sul dove potreste vederla esposta. Orbene, la risposta è: al Museo delle curiosità. "E' una collezione di fatti, oggetti, notizie e personaggi del tutto insoliti, strani, rari e veri raccolti per stimolare, divertire e perchè no, insegnare ed è l'unico a dimostrarvi che l'incredibile esiste", dice il sito del museo. Howl ha ripetuto le parole "museo" e "curiosità" un sacco di volte, quasi volesse stampare nei vostri oculi la sana intelligente ilarità dell'iniziativa. Ma veniamo al concreto. Sapete cosa espone il museo? Si permetta ad Howl di fare qualche esempio.

- L'OROLOGIO A NASO.  Siete stufi di numeri e lancette? Questo sistemino farebbe al caso vostro. A meno che non siate aromaticamente irritabili. Praticamente si tratta di un oggetto in legno che rilascia aromi diversi ad ogni ora, così voi vi regolate! Incenso dalle due alle tre, menta fragolata, sempre che esista, dalle tre alle quattro. Che ore sono? Snif snif, sono "dalle tre alle quattro". Spettacolare e funzionale, a meno che non viviate in Svizzera.

- OCCHIALI ANTI-STRABISMO DEL 1700. Geniale sistema ottimissimo, a metà fra gli occhiali usati da Sean Connery ne Il nome della rosa e gli occhialini da mare. Le capsule al loro interno hanno dei prismi che rinfrangono la luce a seconda di dove serve. Fossero prodotti oggi sarebbero estremamente cool.

- MACCHINA DIMAGRANTE DEL 1600. Ingegnoso marchingegnone stressa-massa, inventato in un'Italia tribolata dove il pesoforma non era mai eccessivo, e quindi invenzione di poco successo. Ma Howl sta scherzando, non è mai esistita!!! Eppure pensate che successo avrebbe oggi nel mese di maggio, periodo antecedente ad esibizioni marittime very cool, più croce che delizia per le care gentili donzelle!

Il Museo delle curiosità è reale. Lo trovate a San Marino. Qualora passaste da quelle parti visitatelo e magari fate sapere ad Howl quali chicche si nascondono dentro di esso. "La curiosità è la madre della scienza e il principio del divertimento", ci ricorda l'abstract del sito. "Andate!", dice Howl, "Chi vuol esser curioso sia, sul divan non c'è certezza".

lunedì 3 maggio 2010

Dalla parte dei digital divided...

Per quelli che, come Howl, vivono in zone sperdute dell'Italia, il digital divide (paroloni inglesi che marcano anche l'english divide per molti...) non è una questione teorica, è un dato di fatto.
Ai giorni nostri avere un accesso decente e stabile alla rete significa poter rendere il mondo più piccolo di quanto mai sia stato. Il problema è che in molte zone del nostro paese è più facile inviare un piccione viaggiatore che ricevere una mail! Tra la rete e i suoi utenti non c'è distanza, c'è una falla spaziotemporale...
Eppure, come molti di voi che seguono il blog di Beppe Grillo sapranno, la connessione a internet non è poi cosa così assurda e futuribile. La tecnologia wi-max consentirebbe un accesso gratuito (o quasi) a tutti coloro che abbiano a disposizione un ricevitore adeguato; e non si parla di 10/20 kb al secondo, si parla di decine di mega al secondo!
Ormai non è neppure più questione di avere accesso al web, è questione di cosa si può fare con questo accesso. Il dramma, tra pochi anni, diventerà la condivisione di informazioni. Quelle che ieri e oggi sono stati e sono "pacchetti" (foto, mp3, file di testo) domani diventeranno delle enormi casse piene di piombo. Se oggi una foto pesa 4 mega uno ci si mette con la santa pazienza e la manda in 4 o 5 minuti; domani, quando la risoluzione delle fotocamere digitali sarà aumentata, come faremo a mandare un'immagine da 50/100 mega?
I contenuti on demand pare siano il futuro... Io mi chiedo: come faremo a vedere in streaming un film in blu-ray quando anche un video su youtube va a scatti?
Le nostre infrastrutture non sono assolutamente in grado di affrontare il domani. A noi magari ancora non ci tocca la cosa, ma ai nostri figli?

domenica 2 maggio 2010

L'assenza della seconda domanda

Essendo un blog che vorrebbe anche aprire un po' la mente del lettore, il Cartello si occuperà di tanto in tanto dei problemi che affliggono il nostro Bel Paese. Oggi discutiamo di una delle vere piaghe sociali che sconvolgono l'Italia: i TG.
Sono infatti i telegiornali italiani (ma l'informazione in generale) una delle peggiori catastrofi mai augurabili ad un paese sviluppato. Ormai tutte le edizioni di qualsiasi TG vedono sempre più spopolare la presenza di servizi/idiozia su questioni talmente ridicole che anche Paolo Limiti si scandalizzarebbe. Non solo le informazioni sono totalmente inutili (basti pensare al servizio del TG1 su come si salutano i giovani al giorno d'oggi o il classico servizio "vediamodueculi" di Studio Aperto) ma anche la forma con cui vengono trasmesse tali "informazioni" è ridicola. Prendiamo ad esempio il classico servizio sul cane abbandonato in autostrada e poi malmenato dai ragazzini fatti di speed che filmavano il fatto per metterlo su youtube e comprarsi le ricariche con le loro foto hard vendute ai preti pedofili. Ebbene tale servizio è immancabilmente accompagnato dalla musichetta di sottofondo (preferibilmente pianoforte malinconico), condito con immagini di repertorio o peggio ancora prese dal web e con il commento (il COMMENTO! Non la cronaca. I giornalisti dovrebbero raccontare i fatti, non commentarli!) dell'inviato che immancabilmetne conclude il tutto con una frase strappalacrime.
Questo è il classico servizio dell'informazione televisiva italiana. Ora pensate ad un TG di livello internazionale; pensate alla CNN per esempio: avete mai visto un servizio con la musica di sottofondo? Avete mai visto un giornalista andare ad intervistare una donna a cui hanno appena ucciso il figlio? Difficile...

Tutti si accorgono di tali lacune e sfaceli ma nessuno ci fa più caso. Tanto è vero che nessuno dà più credito alle informazioni date alla TV. Vi sembra normale tutto ciò? Possiamo davvero affermare di essere il paese col più grande patrimonio culturale del mondo?

Vivere senza mangiare, si può?

A vedere alcuni esemplari umani sembrerebbe di no, eppure, a quanto pare è possibile. Ci sono delle persone, dette AUTOTROFE, il cui organismo ha la capacità di autoalimentarsi, come se fosse una pianta. Vivere senza mangiare, insomma. Inaudito. Sicuramente qualcuno digiterà "autotrofo" su google, alla ricerca di eventuali diete che abbiano a che fare con questo particolare stato corporeo. Howl rassicura, o meglio, chiarisce, che tutto ciò non ha nulla a che fare con le diete. Howl consiglia, inoltre, di fare un po' di moto. Con moderazione però.