giovedì 27 maggio 2010

Piccoli cosmonauti meccanici crescono: Robot sulla Luna con le barche a vela

In un tempo ipotetico Howl era al bar a prendere un caffè con un Robot. Si chiamava Maido-Kun, un bravo ragazzo. Molto socievole, spiegava che il suo sogno fosse quello di farsi una passeggiata sulla Luna. In tranquillità, come quella che avrebbe fatto con Howl una volta finito il caffè.

Siete scettici. Non è colpa di Howl se le cose oltre ad essere strane sono anche vere. Solidarizzate un po' con chi vi scrive e con i Robot sognatori: esistono dunque sperano. Ma chi è a sognare? L'androide o chi l'ha creato? Si perdoni anche l'uomo, che proietta il suo ego sui Robot, e i Robot nello spazio.

Torniamo con i piedi per terra. Howl vi vede con un grosso punto interrogativo, quindi spenderà due parole serie prima di riprendere il volo. Il fatto è questo. I giapponesi vogliono mandare un Robot bipede sulla Luna nel 2015. Maido-Kun sarà il primo androide a raccogliere l'eredità di Neil Armstrong. “Un piccolo passo per i Robot, un balzo gigantesco per l’esplorazione dello spazio”. E anche lui piazzerà la sua bandiera. Quella giapponese.

Scusate il doppio senso, ma la madre del progetto è la SOHLA (Space Oriented Higashiosaka Leading Association), un'associazione formata da sei compagnie private legate alla ricerca spaziale. La spedizione costerà 10 milioni di dollari. L'obiettivo sarà quello di sviluppare nuove tecnologie e applicazioni; altri dicono che tutto ciò avrà solo uno scopo promozionale, dato che la missione non aggiungerà nulla di tangibile alla conoscenza. Forse anche qui la via giusta sta nel mezzo. Sicuramente il tutto avrà un tornaconto economico preciso, trattandosi di aziende private. Ma visto che in futuro la robotica sarà una scienza che sempre più incrocerà il cammino dell'uomo, la spedizione potrebbe portare anche qualche beneficio.

Indovinate un po' su quale mezzo viaggerà Maido. L'avete già letto nel titolo e ci siete rimasti scombussolati. In realtà il principio che sta alla base della barca a vela spaziale è di facile comprensione. Abbiamo una navicella con una vera e propria vela, la quale assorbe energia del sole. Ciò innesca la propulsione. Un esempio di questo tipo è Ikaros - yacht spaziale alimentato esclusivamente dalla pressione delle particelle solari -, che una settimana fa è partito alla volta di Venere per portarci Akatsuki, la sonda che ne analizzerà l'atmosfera. La navicella, il cui nome omaggia il famoso mito greco, è pilotata dagli uomini sulla Terra.

Piuttosto che tempestarvi la lettura di pesanti descrizioni, il Cartellaio vi suggerisce enfaticamente questo video. Vedere per capire:  http://www.youtube.com/watch?v=UuZjJl7ZnQQ.

Okay, l'uomo del futuro ha ruggito troppo... Torniamo a qualcosa di più "semplice". Ecco Ikaros: http://www.youtube.com/watch?v=ktYBObIHjYw

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Howl ripensa agli aromi spaziali e speziali evocati da quel caffè con Maido, che un domani potrà essere gustato a bordo di un'astronave piena di turisti, emozionati all'idea di viaggiare verso la Luna. Ma queste, per adesso, sono solo fantasie difficili da spiegare. Sicuramente è più facile spiegare le vele.

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